ISTRUZIONI PER L'USO

IL TALLONE D'ACHILLE è pensato per scrivere libri, direttamente su questo blog. Qui comincia l'Eredità di Michele, l'ultimo scritto. Il precedente è stato interrotto, si vede che doveva maturare. Qui trovate IL primo LIBRO, col suo indice ed i post che lo compongono.
I "libri" raccolgono commenti, critiche e suggerimenti di chiunque voglia partecipare con spirito costruttivo. Continuano un percorso iniziato con le Note scritte su Facebook , i cui contenuti sono ora maturati ed elaborati in una visione d'insieme, arricchiti da molti anni di esperienze diverse e confronti con persone diverse.

I Post seguono quindi un percorso logico che è bene conoscere, se si vuole ripercorrere il "discorso" complessivo. Naturalmente è possibile leggere singoli argomenti ai quali si è interessati. Argomenti spot - che spesso possono nascere dall'esigenza di commentare una notizia - saranno trattati in pagine dedicate.

Buona partecipazione!


venerdì 11 gennaio 2013

INTRODUZIONE - 3. Cosa ci riserva il futuro



Cosa ci riserva il futuro

Se poi non siamo ancora convinti, proviamo a farci due conti per capire come andrà in futuro.

Dopo l'effetto prodotto dalle manovre del 2011 e del 2012 (Berlusconi/Monti), per un totale di oltre 100 miliardi in due anni, siamo ora in recessione. A suo tempo mi sono sgolato per avvertire che la previsione del governo per una contrazione del PIL di solo lo 0,5 % era falsa e tendenziosa. Ora i numeri si stanno avvicinando alla previsione del meno 3-4% che avevo avanzato allora e, purtroppo, se avremo la pazienza di aspettare i dati definitivi, la vedremo centrata in pieno.

Ma è solo l'inizio. Grazie al Fiscal Compact, stanno per arrivare gli effetti di nuove manovre per garantire il pareggio di bilancio e, a partire dal 2015, per inseguire il miraggio del mitico obiettivo di Maastricht: portare in 20 anni il rapporto debito/Pil al 60%. Ma dovremo anche finanziare il Meccanismo Europeo di Stabilità. C'è dell'altro, ma è già sufficiente a mettere quattro numeri in croce. Manovre recessive per 70-90 miliardi. Risorse sottratte al sistema economico, già debilitato.

La ricchezza economica che produciamo è misurata dal Prodotto Interno Lordo (PIL).

Per inciso, precisiamo che non è detto che questa ricchezza misurata dal PIL corrisponda al benessere della collettività. Troppi aspetti del nostro reale benessere non sono in vendita e comunque mal si prestano ad essere misurati in termini monetari. Il nostro benessere ha molto a che vedere con i metodi scelti per produrre i beni ed i servizi che utilizziamo e con i criteri adottati per ripartire equamente costi e benefici della produzione. L'economia misura solo il valore monetario delle cose prodotte. Se sputiamo sangue per produrre un bene che vale 100 o lo facciamo con soddisfazione ed allegria, il PIL misurerà sempre 100. Se il prodotto che acquistiamo a 100 euro lo usiamo per i prossimi 10 anni o se finisce nella discarica il giorno dopo, ad inquinare l'ambiente, corrisponde in entrambi i casi ad un PIL di 100.

Queste considerazioni le approfondiremo quando torneremo sull'importanza di mettere l'economia ben al di sotto alle scelte della politica, che devono poter spaziare senza vincoli e devono poter asservire la conoscenza ai propri fini.

Per ora usiamo gli strumenti dell'economia per capire quanto assurde possano essere le cose che ci propongono.

La misura del PIL è data dalla somma delle spese per consumi delle famiglie, la spesa per investimenti delle aziende, la spesa del settore pubblico, più il saldo fra il ricavato dell'export e i costi per l'import.

Se nessuno spende, nessuno produce.

Le famiglie, aggravate da redditi in diminuzione, disoccupazione e tasse in aumento, non possono materialmente aumentare la spesa. Le aziende, dal canto loro, non hanno nessuno stimolo ad investire in un contesto di recessione e incertezza, e quelle che vogliono farlo non ottengono prestiti. La domanda mondiale è debole; molti vogliono esportare e pochi importare. Dal saldo con l'estero un contributo non arriva neppure se diventiamo più competitivi, a meno di non accettare da subito stipendi da schiavi e se concediamo alle aziende di fregarsene dei costi sociali della produzione, necessari a rispettare l'ambiente o la sicurezza sul lavoro.

A questo punto il quadro è assai chiaro: se lo Stato non solo non immette risorse, ma toglie 90 miliardi da un PIL di 1600 miliardi diventa inevitabile una ulteriore contrazione del Pil (dicesi recessione) superiore al 5 per cento per i prossimi anni. Senza considerare l'effetto moltiplicatore che una crisi di fiducia comporta su consumi e investimenti privati. La matematica non è una opinione. Prevedere i comportamenti di famiglie e aziende è molto più difficile, senz'altro, ma in certe condizioni il risultato è logico e scontato.

Sicuramente nel recupero dall'evasione fiscale e nella lotta alla corruzione si possono trovare risorse utilissime. Ma devono servire alla re distribuzione della ricchezza, non possono essere utilizzate per sostenere altrimenti la spesa pubblica. Non possiamo ignorare il fatto che la tassazione a livello medio è già superiore al 50% del PIL e non può essere ancora aumentata senza ammazzare l'economia.

Le manovre che impongono rigore nei conti non hanno alcuna speranza di funzionare in questo contesto. Duecento e più anni di storia economica dimostrano senza tema di smentita che le manovre di austerità (più tasse e meno spesa) portano recessione. Immancabilmente. La promessa, alla quale dovremmo credere esclusivamente per fede, è che i sacrifici di oggi ci salveranno, domani.

I conti non tornano, Il debito cresce invece di scendere, la ricchezza prodotta, invece, diminuisce! Le prospettive future sono pessime. In questo anno i risultati oggettivi dimostrano un impietoso peggioramento del rapporto debito/PIL: da 119% al 126%. la Banca d'Italia prevede un tasso superiore al 127% per il prossimo anno (è ottimista). 

Ci domandiamo perché i mercati finanziari - che i conti li sanno fare a perfezione e sono giustamente preoccupati - non reagiscono male al peggiorare della situazione.

Ma l'illusione fa parte della rappresentazione mediatica che, in vista delle prossime elezioni, deve rassicurarci.

Innanzi tutto ricordiamo i 1000 miliardi già erogati dalla BCE. Sono bei soldi. Ma quello è solo l'inizio. I mercati finanziari hanno capito di avere un garante. Un prestatore di ultima istanza che noi non abbiamo perché i nostri politici hanno scelto di rinunciarci: BCE e Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) faranno in modo che i sacrifici necessari a pagare alti tassi d'interesse ai creditori saranno imposti ai cittadini con metodi molto convincenti. Vediamoli.

La BCE si è impegnata ad effettuare acquisti di titoli pubblici sul mercato a condizione che gli stati chiedano aiuti al Meccanismo Europeo di Stabilità (il che implica l'intervento del Fondo Monetario Internazionale). In parole povere, se i signori che operano sui mercati finanziari si trovano di fronte ad uno stato che sta andando in rovina (recessione e aumento del debito), o che azzarda l'ipotesi di politiche sociali a loro sgradite, non dovranno far altro che far salire lo spread. Quel tanto che basta a generare allarme fallimento (l'Italia crolla !), ed ecco partire l'opera di convincimento (ricatto). Chiedete aiuto.. e vi sarà dato. Se non chiedete aiuto, fallirete.

Queste le modalità, annunciate: la BCE acquista titoli sul mercato secondario, direttamente dagli investitori, liberandoli immediatamente di parte del problema; il MES presta altri miliardi allo stato attaccato dalla speculazione che verranno usati per... pagare gli alti interessi chiesti dalla speculazione.

I prestiti sono infatti condizionati: ecco tornare le riforme strutturali! Più tasse; meno servizi sociali; più liberalizzazioni e tante privatizzazioni; vendita di patrimonio pubblico; licenziamenti nel pubblico impiego; altre cessioni di sovranità. Sono quelle che ci dovrebbero tirare fuori di guai. Si capisce a cosa servono, no?

Riassumendo:

- con una mano ci prestano i soldi, anche se sono soldi nostri quelli del MES (glieli abbiamo conferiti noi)... ce li presteranno a tassi di interesse, decisi insindacabilmente da loro; e così facendo fanno aumentare il debito pubblico;

- con l'altra mano ci mandano in recessione (perché le manovre recessive producono... recessione!) e così fanno scendere il PIL.

Il risultato è, matematicamente, un drastico peggioramento del rapporto debito/pil che dal 125% attuale non potrà che allontanarsi all'infinito dall'obiettivo del 60%. Non ci è sufficiente vedere che quelle riforme strutturali stanno già provocando il depauperamento della nazione. E' sotto gli occhi di tutti che il rapporto debito/pil è peggiorato, proprio grazie a quelle politiche!

Ma a noi ci dicono - falsi e bugiardi - che il miglioramento si vede dallo spread che è calato!

Andrà avanti così, con l'agenda Monti. Almeno fino a quando c'è del grasso da spremere dal patrimonio pubblico che saremo costretti a svendere, e dalla ricchezza privata delle famiglie italiane. Ricchezza che non viene molto pubblicizzata, ma prima dell'inizio della spoliazione si aggirava al di sopra dei 12 mila miliardi di euro. Grazie alle "riforme strutturali", è già calata a 10 mila miliardi  nel 2011 1

Cerchiamo di svegliarci.



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1 dati tratti da Banca d'Italia - Eurosistema, la ricchezza delle famiglie italiane in Supplementi al bollettino statistico Anno XXII - 13 dicembre 2012. Scaricabile qui 


2 commenti:

  1. Complimenti! Quelli del FMI hanno letto le tue critiche e si sono subito corretti... vedi http://www.imf.org/external/pubs/ft/wp/2013/wp1301.pdf

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    1. grazie Leopoldo

      si, ho letto il paper.. tanta algebra per scoprire l'acqua calda.

      purtroppo ho una difficoltà crescente a credere alla buona fede di soggetti che lavorano per certe istituzioni.
      L'idea che sto maturando è la seguente:
      - hanno capito che il sistema non è sostenibile;
      - ci mandano in recessione spinta il tempo necessario a svendere patrimonio pubblico e ricchezze private (aziende, case, terreni);
      - poi chiudono la finanza e tornano al consumismo, facendo partire l'inflazione (che è l'unico sistema che consente di gestire un debito che altrimenti nessuno è in grado di pagare)

      bisognerebbe svegliarsi in fretta..

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