ISTRUZIONI PER L'USO

IL TALLONE D'ACHILLE è pensato per scrivere libri, direttamente su questo blog. Qui comincia l'Eredità di Michele, l'ultimo scritto. Il precedente è stato interrotto, si vede che doveva maturare. Qui trovate IL primo LIBRO, col suo indice ed i post che lo compongono.
I "libri" raccolgono commenti, critiche e suggerimenti di chiunque voglia partecipare con spirito costruttivo. Continuano un percorso iniziato con le Note scritte su Facebook , i cui contenuti sono ora maturati ed elaborati in una visione d'insieme, arricchiti da molti anni di esperienze diverse e confronti con persone diverse.

I Post seguono quindi un percorso logico che è bene conoscere, se si vuole ripercorrere il "discorso" complessivo. Naturalmente è possibile leggere singoli argomenti ai quali si è interessati. Argomenti spot - che spesso possono nascere dall'esigenza di commentare una notizia - saranno trattati in pagine dedicate.

Buona partecipazione!


lunedì 3 aprile 2017

ALLEGATO A - Progetto Politico


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Se vuoi leggere direttamente la proposta, parti da questo allegato A

Se ti domandi come sia possibile passare dalla realtà attuale, che è piena di limiti e di incognite, alla realizzazione di quella proposta, leggi da qui : Link a  Cosa fare ora

Se poi vuoi approfondire meglio il percorso che porta alla scelta di queste proposte, ti suggerisco la lettura dell'intero libro. E' semplice, scritto largo e chiaro, è gratis. Lo trovi qui : Link a  L'eredità di Michele - Istruzioni per l'uso



Progetto Politico


Nessun leader ci salverà mai, dobbiamo farlo da soli. Questo lo sai.

Però, è strano : se ti parlo di Partito Politico, che è un luogo pensato per accogliere tutti, tu scappi e neanche vuoi stare ad ascoltare

Questo è l'incantesimo più potente che la manipolazione delle informazioni sia riuscita a fare: quella che dovebbe essere la strada maestra e gioiosa per la nostra salvezza ... ci mette paura


ART. 49 Cost.

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.


Per una vita che meriti fino in fondo di essere vissuta, i sogni vanno trasformati in progetti;  i progetti in realtà: attraverso un struttura e l’impegno responsabile di tutti gli interessati.

Qui vi proponiamo:  un sogno;  una strategia immediata; una bozza di progetto; una bozza di struttura. Vi chiediamo di impegnarvi responsabilmente, insieme a noi, a trasformarlo in solida realtà.

I nostri Valori Condivisi (il sogno)
Un qualsiasi partito politico rappresenta quella “parte della comunità” che, condividendo  Valori e Interessi, avanza proposte concrete per soddisfarli.
Si confronta con metodo democratico con altre “parti” che, nella stessa comunità, si identificano in Valori e Interessi più o meno diversi e, di conseguenza, avanzano proposte diverse.
Più i Valori e gli Interessi identificati sono chiari; oggettivamente condivisi; coerentemente perseguiti nelle proposte concrete; maggiore è la potenza del partito.

La nostra Strategia Immediata (il primo passo)
Per avviare il cammino necessario a trasformare i sogni in progetto politico e questo progetto in realtà, è necessario fare scelte concrete che tengano ben presenti, nell’immediato:  la circostanza che non siamo ancora al governo; i pesanti condizionamenti  che la realtà nazionale ed internazionale frappone ai nostri obiettivi di medio termine.

Le Linee Guida del nostro Programma di Medio Termine (la bozza di progetto)
Definiscono, in bozza, le Nostre Riforme Strutturali, da attuare in Parlamento, volte a garantire che la società nazionale ed internazionale venga effettivamente configurata in modo da rispecchiare i nostri Valori Condivisi.


La Nostra Struttura Organizzativa 
(la bozza di struttura)
Senza struttura, l’azione si perde nelle infinite debolezze umane. La struttura è pensata per essere democratica, trasparente, coinvolgente, disciplinata. Per favorire lo spirito di servizio, per escludere i malintenzionati, interessati al potere.
Solo l’impegno di molti, se responsabile, se positivamente critico, garantisce che la struttura sia effettivamente democratica e trasparente.




                                                               I Nostri Valori Condivisi  

Le buone scelte non si impongono, vanno proposte e se ne chiede la condivisione
La condivisione è vera se si traduce in impegno continuativo e responsabile


Il Benessere Individuale

Noi riteniamo che un'esistenza libera e dignitosa sia concretamente definita dalla effettiva disponibilità di quanto necessario a soddisfare pienamente tutti  i seguenti  Bisogni  Profondi :

- pace e sicurezza;
- aria acqua ed energia pulite, cibo sano, case sicure e accoglienti, abiti confortevoli; 
- tempo libero;
- possibilità concreta di un ampio ventaglio di scelte;
- la condivisione solidale.

Il Benessere Sociale

Noi riteniamo che una distribuzione equilibrata delle ricchezze materiali sia il presupposto per il pieno soddisfacimento di altri bisogni individuali, non materiali. a partire da una buona e duratura pace sociale.

Noi riteniamo  che la costruzione della pace sociale all’interno della nostra comunità nazionale, sia la migliore garanzia per assicurare la pace sociale anche nei rapporti internazionali.

I Beni Comuni

Noi riteniamo che il benessere individuale sia tanto più pieno quanto più condiviso. 

I Beni Comuni garantiscono il pieno godimento del bene a tutti i membri della comunità. Il godimento dei beni comuni è, per definizione, riconosciuto alla intera comunità e, in quanto tale, non può essere assoggettato a proprietà o possesso di alcun soggetto o ente.
La proprietà privata (e il possesso) garantisce il godimento del bene in via esclusiva a singoli individui, gruppi o enti, e va rispettata, nei limiti della responsabilità sociale.

E' importante definire quali beni debbano essere qualificati dalla legge “Bene Comune”, e quali possano essere disponibili per la proprietà, pubblica o privata.

Libertà e Responsabilità

Noi riteniamo che solo coniugando la Libertà con la piena Responsabilità dei cittadini si garantisce la pace sociale in maniera sostenibile, soddisfacente, duratura. La Libertà, è definita dalla capacità di fare e dalla capacità di superare gli impedimenti esterni. La Responsabilità, è definita dall'equilibrio: sono i nostri doveri sociali che garantiscono i nostri diritti individuali.

Riteniamo "doveri sociali" di tutti, necessari a garantire il buon funzionamento della democrazia rappresentativa : la partecipazione attiva dei cittadini; il voto libero ed efficace.

Sollecitiamo l'impegno personale e diretto di tutti i cittadini ad esercitare la propria sovranità attraverso tutti gli strumenti previsti dalla nostra Costituzione.

Per questo invitiamo coloro che condividono i nostri principi ispiratori e le nostre modalità, ad iscriversi a questo partito : per concorrere a determinare con metodo democratico le scelte politiche future che sapremo condividere.


La Comunità Internazionale 

Noi riteniamo che solo coniugando l'Indipendenza con la piena Responsabilità delle Nazioni si garantisce la pace sociale nella comunità internazionale.

Sollecitiamo la Nazione Italiana e tutte le Nazioni della Terra a porsi l'obiettivo di concorrere a determinare con metodo democratico la politica internazionale, per allinearla ai bisogni profondi degli esseri umani e delle comunità nazionali.

Riteniamo che il primo passo utile verso la costruzione di una comunità internazionale responsabile, sia assicurare prioritariamente la piena libertà e responsabilità all’interno della nostra comunità nazionale Italiana, resa indipendente.

Il Rispetto Profondo delle Comunità Nazionali, delle loro diverse Identità, dei territori su cui le diverse comunità nazionali sono insediate, è la migliore garanzia di superamento delle guerre, delle emigrazioni di massa, della corsa agli armamenti, della devastazione ambientale, della negazione sistematica dei diritti dell’uomo.

Noi riteniamo che con le armi si esporta solo la guerra.
Noi riteniamo che l’Italia sia il paese più adatto ad esportare nel mondo i principi di una sana democrazia: con la nostra cultura. Per questo sollecitiamo il Risveglio della Cultura Italiana.

La Politica Economica

Noi riteniamo che il lavoro e la produzione debbano essere una possibilità, più che un fine.
Se esercitati, devono essere socialmente responsabili, nel pieno rispetto della dignità dell’essere umano, degli equilibri della natura, degli equilibri sociali.

Noi riteniamo che la scelta economica sia sempre scelta Politica: influenza comunque la vita di tutti noi.

Noi riteniamo che la moneta debba essere solo uno strumento utile allo scambio dei beni e servizi.

Qualsiasi iniziativa economica (sia quella individuale, sia quella collettiva, sia quella delle istituzioni pubbliche) influenza la vita di tutti. In conseguenza, deve essere sempre  socialmente responsabileSe responsabile, l'iniziativa economica è libera; è bene che sia libera.

L'obiettivo economico delle istituzioni pubbliche che governano la Politica Economica, è il pieno soddisfacimento dei bisogni profondi di tutti e, subordinatamente, qualsiasi altro risulti compatibile, se utile.

La libertà dei capitali e delle merci è subordinata alla piena libertà delle persone.

Il Servizio Pubblico nei settori essenziali non è una attività commerciale, è un costo sociale, da condividere con solidarietà.

Va rispettata e incoraggiata la scelta di chi decide di accontentarsi di produrre di meno, consumare di meno, vivere di più.

La Piena Responsabilizzazione degli Enti Locali

Noi riteniamo importante garantire che i rappresentanti del popolo sovrano delegati a gestire la cosa pubblica, abbiano compiti chiari e strumenti efficaci. Ma anche che il popolo sovrano sia dotato di efficaci strumenti di partecipazione e di controllo.

Noi riteniamo che, una volta che siano garantite quelle condizioni, più le competenze amministrative sono attribuite ad Enti piccoli e vicini al popolo, più diventa efficiente la gestione, ed efficace il controllo popolare.

Il Comune è una dimensione ideale per la competenza esclusiva di molte materie. I Comuni propongono ed attuano con il pieno consenso delle popolazioni interessate, forme di aggregazione territoriale più estese.

Il Metodo Democratico

Noi riteniamo che solo l'impegno di tutti garantisce la sovranità popolare.

Noi riteniamo che il confronto pacifico delle idee sia il fondamento della democrazia. Il confronto pacato crea la realtà pacifica.

La democrazia accetta per definizione Valori e Interessi individuali e di gruppo diversi, ma richiede che le scelte politiche, una volta fatte, si applichino a tutti. Vanno pensate nel rispetto di tutti.

Noi auspichiamo l’esistenza di partiti diversi, ma anche il rispetto, da parte di tutti i diversi partiti, dello stesso metodo democratico e pacifico.

L’ascolto delle ragioni dell’altro è un valore. Il rispetto delle ragioni dell’altro è un valore. La pazienza è un valore. Lo sforzo di conciliare le nostre aspirazioni con quelle degli altri è un valore. La partecipazione è un valore. La responsabilità è un valore. La diversità è un valore.

Il Parlamento, è il luogo della decisione condivisa.

La Gradualità

Noi riteniamo che i cambiamenti profondi  diventano efficaci, capaci di produrre effetti, solo quando sono profondamente compresi, ampiamente condivisi e fortemente voluti dalla collettività. 

Il processo di avvicinamento agli obiettivi ultimi può essere più o meno lungo e deve, inevitabilmente, avvenire per gradi successivi. Dipende dalla nostra capacità di convincere gli altri a condividere i nostri Valori. A impegnarsi per realizzarli.

Obiettivo delle Riforme, è solo quello di “aprire le porte”, rendere possibile un cambiamento positivo.

La Pazienza è un valore

Se qualcuno è pronto a saltare direttamente nel Paradiso Terrestre, la collettività lo deve permettere; lo deve aiutare. Ci aprirà la strada.

La Coerenza

Noi riteniamo la coerenza fra il pensiero e l‘azione, fra il principio e la sua declinazione, un grande valore. Anche il più difficile da realizzare.
Per questo riteniamo necessaria la partecipazione responsabile di tutti, basata sulla capacità di critica positiva e responsabile alle azioni che ci coinvolgono. Sulla capacità di ascolto delle critiche positive. 

L’Umiltà è un valore.

Cambiare idea è un valore, quando la nuova idea avvicina maggiormente la declinazione al principio, l’azione al pensiero.

La Collaborazione 

Noi riteniamo cheLavorare insieme” per un obiettivo condiviso e importante, moltiplichi le energie in maniera esponensiale.

Permette di vedere le cose da punti di vista diversi; arricchisce e completa le conoscenze e le competenze degli individui; fa nascere nuove idee; permette di selezionare le idee migliori per tutti. Abitua alla democrazia ed al rispetto delle ragioni dell’altro.

Favorisce la conoscenza delle persone in maniera approfondita.

L’Attività Politica 

Noi riteniamo che la confusione fra  il desiderio di Potere Personale e lo Spirito di Servizio sia alla base dei meccanismi che spingono troppe persone con lo spirito giusto a stare alla larga dall’attività politica; troppe persone con spirito sbagliato ad esserne attratte.

Invitiamo le persone dotate di spirito giusto, capaci di ascolto, capaci di rispetto e capaci di prendere decisioni nell’interesse generale, a rendersi disponibili. C’è un enorme bisogno di loro.

Noi riteniamo che la scelta delle persone che ci rappresentano sia fondamentale per far funzionare la democrazia rappresentativa. E’ responsabilità di chi delega, scegliere i rappresentanti con cura, valutandone accuratamente le principali qualità umane, definite da : spirito di servizio; adeguate conoscenze generali e specifiche; adeguate competenze.

Noi riteniamo fondamentale la responsabilità di chi delega, di continuare incessantemente a sostenere con adeguata e convinta partecipazione ed anche con la dovuta fermezza, le persone delegate nei loro ruoli, per preservare nel tempo il loro spirito di servizio.

La rotazione nei ruoli, è un valore. La partecipazione impegnata, è un valore. La disponibilità è un valore.

L’attività politica, è gratuita.


L’Impegno responsabile per la nascita e la diffusione del Partito

Noi riteniamo che la scelta di impegnarsi a sostenere le attività del partito debba essere, profondamente:

- consapevole;

- responsabile.

Il libro è scritto per offrire a tutti la possibilità di comprendere in maniera approfondita il senso delle proposte avanzate. E’ bene leggerlo, criticarlo, completarlo.

Il ”libro” deve diventare un “bene comune”, per essere diffuso.

La partecipazione è disciplinata, basata sulla comprensione e sul rispetto delle Regole Base


La Partecipazione diffusa

Noi riteniamo che solo l'impegno di tanti possa salvarci, e che l'essenza della democrazia sia nell'assenza di leader. 

La struttura organizzativa del Partito è incentrata su questo valore fondante:
favorisce la partecipazione di tutti, escludendo che il potere possa concentrarsi.


Il Partito viene fondato quando almeno trecento persone avranno scelto, consapevolmente e responsabilmente, di impegnarsi per il suo successo.





La Nostra Strategia Immediata

Fino a che non ci saranno diecimila adesioni convinte, il partito non si presenta alle elezioni



1)     Nel frattempo, sostiene campagne politiche, da organizzare sul territorio, per chiedere al Parlamento Italiano di attuare immediatamente le seguenti riforme che, fra l’altro, raggiungono l’obiettivo indicato dall’Europa di riportare il Debito/PIL al 60% in meno di venti  anni, salvando il Popolo; sacrificando solo la Finanza speculativa; avvicinandoci al Paradiso Terrestre :

-  Scacco matto al sistema finanziario speculativo
  • Moneta Bene Comune : si propone all’UE l’inversione dell’art 123 del Trattato UE :  la BCE deve dare i soldi agli Stati e alle banche pubbliche; non può più darli alle banche private (così si salvano tutti i popoli d’Europa). Gli Stati decidono se e come salvare le banche private, rispondendone di fronte ai cittadini.
  • Banca Pubblica : Subito, lo Stato utilizza Cassa Depositi e Prestiti e/o MPS (trasformate) per accedere ai fondi della BCE
  • Fine della Povertà : Moneta complementare o CCF Certificati di Credito Fiscale : subito, si utilizzano 2/300 miliardi di moneta complementare o di CCF per investimenti  volti a creare benessere e buon lavoro per tutti (nelle grandi imprese pubbliche di interesse nazionale; nelle piccole e medie imprese private italiane; nelle imprese artigianali; nei settori e con gli intenti indicati nel capitolo XI) 
-  Scacco matto alle ingiustizie sociali
  • Atto del Lavoro : lo stipendio minimo non può essere inferiore al doppio dello stipendio massimo. Contratto unico a tempo indeterminato. Contratto unico a tempo determinato.
  • Giustizia Fiscale  (enorme semplificazione fiscale, giustizia, sostenibilità) : eliminazione di tutte le tasse, i tributi e le accise, e rimane un’unica imposta sui redditi di qualsiasi natura, soggetta a aliquote progressive; rimane l’IVA, con aliquote riportate al minimo indispensabile; rimane l’Imposta di successione. Si chiudono i rapporti con i paradisi fiscali.
  • Servizi al Nostro Servizio : tutte le Spa e le cooperative pubbliche di servizi si trasformano in Enti, sottratti all'ottica del profitto e soggetti al controllo degli OPCD (vedi sotto).
- Scacco matto alla corruzione
  • Potere e Responsabilità alle Comunità Locali : Si delegano in esclusiva ai Comuni le competenze necessarie alla gestione dei servizi pubblici e si assegnano risorse assolutamente adeguate.
  • Controllo Popolare : si istituiscono Organismi Pubblici di Controllo Democratico (la verifica sulle scelte politiche è Responsabilità di tutti i cittadini) dotati di strumenti efficaci di partecipazione e controllo
  • Controllo centrale : Si potenzia la Corte dei Conti

-  Scacco matto al consumismo
  • Fattorie del Paradiso Terrestre : Si assegnano le terre incolte a gruppi di persone di buona volontà disposte a sperimentare per noi tutti la “qualità” della vita nel Paradiso Terrestre.
  • I Nostri Supermercati  : Si aprono i supermercati dedicati ai prodotti delle Fattorie del Paradiso e ai prodotti dell’artigianato locale.
  • Il Nostro Cibo : Piano quinquennale per la trasformazione del settore agroindustriale che elimina la chimica e sostiene la scelta verso l’agricoltura biologica; o biodinamica; o naturale.

2)    Il Partito si presenterà alle elezioni politiche nazionali e territoriali, quando avrà raggiunto gli obiettivi di diffusione, per concorrere con metodo democratico a sostenere l’intero ventaglio di Riforme Strutturali Democratiche, elaborate a partire da quelle ipotizzate nel Programma di Medio Termine e arricchite dalle infinite altre che la creatività, liberata dalla schiavitù della competizione, saprà regalarci.

3)     Il Partito, nel frattempo, si organizza : raccogliendo adesioni, sostenendo nei territori le campagne illustrate, definendo meglio gli obiettivi di medio termine, trasformandoli in proposte di legge.

4)     A negoziare con l’Unione Europea, ci dobbiamo essere Noi, al governo del Paese.

                           
per andare al governo, ci vuole almeno un milione di iscritti, consapevoli e responsabili





Le Linee Guida del Programma di Medio Termine

da completare con il tuo impegno, le tue conoscenze,  le tue competenze
nel rispetto della coerenza del disegno complessivo


La Carta dei Beni comuni. Una speciale legge che a tendere deve avere natura costituzionale :
- definisce un apposito istituto giuridico, diverso dalla “proprietà” e dal “possesso” : il Bene Comune, che garantisce a tutti i membri della comunità (locale o nazionale) il diritto di godimento condiviso del bene. Sia esplicitamente, sia attraverso il divieto permanente di assegnare il possesso o la proprietà di quel bene a qualsiasi soggetto, pubblico o privato.
- individua i Beni Comuni locali e nazionali, da scegliere, ad esempio, fra l'acqua, l'aria, la moneta, i boschi, il pascolo, i litorali, il patrimonio artistico e culturale, i borghi, la campagna circostante.
- definisce le modalità aperte per includerne di nuovi;
- definisce le modalità estremamente rigide per declassare quelli già inclusi.

Sistema Finanziario. Per garantire a tutti il pieno soddisfacimento dei Bisogni profondi, lo Stato assume il pieno controllo delle leve di governo dell'economia: la produzione e la circolazione della moneta.
Si crea un sistema finanziario interamente pubblico, sottratto alla logica del profitto, distribuito su più livelli territoriali, il cui fine è di far circolare fluidamente ed in maniera equilibrata la moneta, intesa come strumento di scambio.
Si propone una riflessione pubblica approfondita sul tema del Risparmio: sullo spreco dissennato di risorse naturali (che hanno valore e scarsità), e sulla accumulazione di moneta (che non ha valore e non è scarsa); sulla confusione che ingenera l’idea del risparmio finanziario, incluso l’utilizzo dei titoli di stato. Sulla presunta utilità e sui pericoli sottostimati degli istituti del debito e del credito.

Investimenti. il Governo ed i Comuni avviano un programma di investimenti con i seguenti obiettivi :
- realizzare un apparato produttivo sufficiente a rendere disponibili i beni materiali fondamentali per tutta la popolazione (aria acqua ed energia pulite, cibo sano, case sicure e accoglienti, abiti confortevoli;)
- garantire che chiunque desideri un lavoro dignitoso, ne abbia la possibilità materiale;
- garantire che chiunque abbia una buona idea imprenditoriale, socialmente utile, sia aiutato a realizzarla in maniera socialmente responsabile;
- trasformare l’agricoltura praticata su suolo italiano in agricoltura biologica, biodinamica, naturale;
- rendere fruibile l’immenso patrimonio culturale italiano;
- rendere sicuro ed energeticamente efficiente il patrimonio edilizio;
- rendere permanente ed efficace una libera ricerca pubblica, svincolata dall’ottica del profitto

Atto del Lavoro : il Parlamento riforma il mercato del lavoro garantendo che nel lavoro dipendente esista un solo contratto a tempo indeterminato ed un solo contratto a tempo determinato. Validi per tutti. Si stabilisce il principio : nel lavoro dipendente lo stipendio più alto (o la pensione) non può essere più alto del doppio del più basso. Si stabiliscono le responsabilità del lavoratore autonomo. 

Giustizia Fiscale Il Parlamento attua la riforma fiscale, per garantire :
- eliminazione di tutte le tasse, i tributi e le accise, salvo i tre di seguito riformati;
- revisione dell’IRPEF con accorpamento dei redditi di qualsiasi natura; detrazione delle spese necessarie ad una esistenza libera e dignitosa ma definite in maniera tale da scoraggiare i consumi; assoggettamento ad aliquote fortemente progressive;
- revisione delle fasce e delle aliquote dell’IVA, ridotta al minimo indispensabile;
- revisione dell’imposta di successione per evitare l’accumulazione di beni materiali.
- i Comuni sono responsabili della riscossione.
- vengono rivisitati i rapporti con i paradisi fiscali.

Enti locali  A garanzia dell’efficacia e dell’efficienza, le competenze sono sempre attribuite “in esclusiva”: all’Amministrazione Centrale, oppure ai Comuni.

E’ responsabilità dei Comuni individuare le modalità di aggregazione territoriale ritenute più idonee a garantire una migliore efficienza nell’erogazione dei servizi : Regioni, Province, Ambiti Territoriali o altro. Facendo partecipare ampiamente al processo decisionale le comunità locali, e facendo sempre ratificare le proposte con referendum popolari, preceduti da ampio dibattito e informazioni esaustive su pro e contro delle diverse scelte possibili.

I controlli posti a garanzia dell’efficienza e della legalità dell’azione amministrativa, sono di due tipi:
- controlli formali della Corte dei Conti, appositamente rafforzata;
- controlli politici sostanziali, effettuati direttamente dal popolo sovrano, attraverso appositi strumenti resi efficaci (gli OPCD, organismi pubblici di controllo democratico).
Le competenze fra Enti e amministrazione centrale vengono ripartite con i seguenti criteri:
-  Il Comune è competente delle materie non espressamente attribuite all’Amministrazione Centrale;
- Il Comune è dotato di fondi trattenuti in congrua percentuale sull’IRPEF; ha autonomia piena in materia di tasse locali di scopo, da approvare con un referendum, appositamente disciplinato); può emettere moneta a circolazione locale.

Servizi Pubblici  Gli Enti locali trasformano in Enti pubblici, sottratti alla logica del profitto, tutte le imprese commerciali che erogano servizi pubblici nei seguenti settori, definiti essenziali: acqua, energia, comunicazioni, trasporti locali, salute.  Obiettivo di questi enti è quello di assicurare a tutti i membri della comunità il pieno accesso ai servizi, compatibile con un uso delle risorse efficiente e parsimonioso.
Il prezzo del servizio non serve a coprire il costo del servizio. Serve ad evitare sprechi da parte dei cittadini che ne usufruiscono. Mano a mano che si diffonde la cultura della responsabilità, il prezzo dei servizi non ha bisogno di esistere. Con gradualità, può essere ridotto ed eliminato.

La Partecipazione  Vengono istituiti  gli OPCD,  Organismi Pubblici di Controllo Democratico,  per consentire a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro appartenenza a partiti o associazioni, di partecipare in maniera consapevole ed efficace a verificare la rispondenza dell’azione amministrativa all’interesse generale. L’informazione agli OPCD sui principali atti amministrativi è obbligatoria, è preventiva ed è  garantita anche attraverso l’istituzione di appositi siti internet. Gli OPCD possono sempre chiedere e ottenere chiarimenti, resi obbligatori per legge. Possono partecipare al processo amministrativo con pareri che richiedono risposta scritta, obbligatoria e preventiva; possono richiedere il ricorso a referendum, per gli atti di maggiore rilevanza che risultino controversi.  

Le Imprese  Tutte le imprese, individuali o collettive, sono pienamente responsabili. Le società che desiderano avviare una attività di impresa, sono società di persone, con piena responsabilità patrimoniale, civile, penale, sociale. Le attuali società di capitali che operano sul territorio italiano decidono, entro tre anni, di sciogliersi o trasformarsi in società di persone.

La Scuola  La scuola si autogoverna. Si interfaccia con gli OPCD. Risponde al bisogno di comprendere in maniera approfondita. La scuola dà gli strumenti e invita gli insegnanti e gli studenti ad usarli, responsabilmente, a modo loro. Insegna la scelta responsabile. Insegna a valutare i Valori. Insegna la piena libertà, intesa come capacità di fare e capacità di superare i limiti esterni. Insegna l’importanza della decisione. Insegna il rispetto della diversità, l’apprezzamento della diversità, il bisogno profondo della diversità. Insegna la responsabilità. Insegna l’ascolto. Insegna le alternative possibili e la responsabilità della scelta. Ascolta il passato, vive il presente, ascolta il futuro.
Un insegnante per docici alunni è un buon equilibrio. Va assicurato.

L’economia nel Paradiso Terrestre  I Comuni individuano le terre da destinare alle Fattorie del Paradiso Terrestre, i luoghi da destinare alle attività artigianali, i luoghi da destinare ai supermercati del Paradiso terrestre e ne incentivano e favoriscono la costituzione.
Chi sceglie di vivere nelle Fattorie del Paradiso Terrestre accetta di sperimentare la sostenibilità dell’economia naturale, fatta di agricoltura naturale, artigianato, bioedilizia, accoglienza, in armonia con le leggi naturali. 




La Nostra Struttura Organizzativa

Democratica, inclusiva, trasparente, disciplinata

c’e spirito di servizio, non c’è potere nella struttura organizzativa



Se hai veramente letto il libro, ti sarà chiaro che la libertà non ce la regala nessuno. Ce la dobbiamo conquistare con impegno, costanza, responsabilità. E disciplina: rispettando le regole.  Se hai veramente letto il libro, ti sarà anche chiaro in quale maniera la disciplina è supporto alla democrazia, alla trasparenza, alla necessità di includere.

Cominciamo da qualche REGOLA BASE, chiara e semplice.


Regola prima : non esiste una guida, né un soggetto che possa mai concentrare il potere decisionale. Il potere è di tutti e, per essere effettivo, richiede il massimo impegno responsabile di ognuno.

1) Se vuoi iscriverti per collaborare, il tuo impegno è gradito e necessario. 
Devi leggere il libro, che è ancora incompleto e sarà completato con il tuo contributo.
La sua conoscenza serve a garantire che il tuo contributo sia “responsabile” e, quindi :

a) informato (perché dichiari che hai capito, e bene: di cosa stiamo parlando; perché sosteniamo proprio queste riforme, e non altre);
b) coerente (le riforme sono in bozza e vanno declinate, con il tuo contributo; ogni riforma è pensata in un disegno complessivo; se proponi altre riforme, devi assicurarti preventivamente che siano: coerenti con l’impianto generale;  condivise da un congruo numero di altri iscritti);
c) importante e generale (non ci interessa parlare del sesso degli angeli, ma di riforme strutturali; i dettagli, si vedono dopo e, soprattutto: si vedono in Parlamento. Le riforme sono pensate da noi, che siamo una parte, ma devono essere pensate per il bene di tutti).

2) nella sua versione online, il libro è :
- gratuito;
- pubblico (non serve una password per accedere);
- senza diritti d’autore (ti piace un pezzo ? copia, sei autorizzato; portalo via, elaboralo, fallo vivere di vita propria, portalo in un altro partito: sei non solo autorizzato, ma invitato a farlo);
- senza pubblicità sul sito (non mettiamo in vendita le idee e le immagini; né quelle nostre, né quelle degli altri).

3) Le idee non hanno bisogno del denaro, per volare, ma del nostro impegno: Fai leggere il libro e la Proposta di Progetto Politico. Parla con le persone, incontrale, con pazienza.  Il contributo di ognuno, sarà proporzionale al suo impegno. Le proposte di modifica dei documenti ufficiali verranno pesate per la loro condivisione. Solo quelle effettivamente condivise, saranno messe in discussione.

4) Convinci, invita, offri a tutti l’opportunità di impegnarsi.  Proponi solo le persone convinte, lascia fuori chi ha troppi dubbi. Avrà altrove altre possibilità.


5) Porta una persona nuova ogni mese. 

6 ) Convinci ad occuparsi di politica tutti quelli che incontri, anche quelli che non si riconoscono in questo partito: se parteciperanno attivamente negli OPCD, nelle associazioni culturali, nei comitati, nei movimenti, in altri partiti, il Paese ne trarrà giovamento.

7) Diffondi buona cultura politica.  E’ fatta di ascolto, rispetto, confronto costruttivo. Vietato offendere le idee e i comportamenti degli altri: un confronto pacato crea una realtà pacifica.

8) Verifica che le tue critiche siano ragionevoli e costruttive. Tutto è perfettibile, ma si procede per gradi. Una critica costruttiva aggiunge, senza togliere.

9) Esponi i tuoi dubbi e sostieni con forza le tue critiche, se ragionevoli e costruttive. Impegnati a farlo nei confronti dei delegati e dei rappresentanti nelle istituzioni. Hanno bisogno di te, per non perdere la via.




Quanto alla struttura organizzativa, invece, solo alcune idee di massima, da valutare e definire meglio in seguito.

La struttura rispecchia il modello democratico dello Stato, concepito sulla diffusione del potere, per garantire coerenza fra la nostra struttura e il nostro obiettivo di concorrere a determinare la politica nazionale.

E’ basata sulla rappresentanza partecipata e sulla delega responsabile.

La partecipazione è garantita dalle assemblee fisiche frequenti e dall’utilizzo di un adeguato strumento informatico.

lo strumento informatico per le discussioni può essere selezionato da subito fra le soluzioni open source già esistenti. Lo strumento informatico per le votazioni, che deve garantire una maggiore sicurezza e trasparenza, dovrà essere realizzato in meno di un anno.

le unità territoriali di base si organizzano in coerenza e conformità alle aggregazioni territoriali nel quale è suddivisa l’azione amministrativa nel territorio. Attualmente : comuni (quartieri e municipi), ambiti territoriali o province, regioni.

Ogni unità concorre a determinare, con metodo democratico e rispettando le Regole Base, le attività politiche del partito: elaborando proposte; valutando le proposte avanzate dalle unità di livello successivo; sostenendo sul territorio le azioni decise dai vari livelli cui si partecipa; valutando con cura le persone destinate a rappresentarle; seguendo assiduamente le attività svolte dai delegati attraverso lo strumento informatico e le assemblee fisiche.
  
La responsabilità. Ogni individuo partecipa assiduamente. Vota chi ha partecipato. Chi non ha partecipato, accetta le decisioni prese dalla maggioranza, oppure delega un suo rappresentante attivo.

La rappresentanza. Ogni unità delega le persone che la rappresentano nella unità di livello successivo.
Le unità diverse dalle unità di base avanzano le candidature per i livelli delle unità di livello successivi.
Le candidature sono votate da tutti gli iscritti alle unità di tutti i livelli precedenti. Le candidature alla direzione nazionale sono avanzate dalle unità regionali e votate da tutti gli iscritti al partito.

le votazioni, fino a quando non è disponibile un valido strumento informatico, sono effettuate in apposite assemblee fisiche raccogliendo il maggior numero di deleghe possibile.

Il sistema informatico selezionato per la discussione politica viene organizzato su diversi livelli di aggregazione, per permettere :
- ad ogni individuo, di partecipare alla discussione interna alla propria unità;
- agli individui che raccolgono la fiducia dalla propria unità di appartenenza, e che si rendono disponibili a collaborare in maniera continuativa alla elaborazione delle proposte di interesse generale del partito, in appositi gruppi di lavoro.

Le candidature a cariche elettive nelle Istituzioni pubbliche sono avanzate e votate con gli stessi criteri adottati per la selezione delle responsabilità interne al partito.



Se abbiamo capito che nessuno può essere leader, non ci resta che alzare il culo
e iniziare.


             Link al futuro: lo scrive il nostro impegno

domenica 2 aprile 2017

Cap. XII - Conclusioni


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Non è più tempo di dire che le cose non vanno.

Il popolo italiano lo sa perfettamente che la colpa è dei Mercati Finanziari; dell’Europa delle banche; dei politici che difendono le banche e le loro Istituzioni sopra nazionali.

Sono un po’ patetici, invece, quei politici navigati che solo oggi si scoprono critici del sistema finanziario e dell’Unione Europea, mentre fino a ieri, loro che si occupavano di politica, queste cose le hanno costruite, proposte e sottoscritte. E se hanno firmato senza leggere, non sono certo meno colpevoli.

Vedrai, che fra poco, saranno tutti scandalizzati della finanza e dell’Unione europea: ma chi le ha mai volute? Ti diranno.

Vabbe’, dirai tu, meglio tardi che mai! No, assolutamente No.

E’ importante capire. Per così lungo tempo si sono occupati del Potere, non della Politica; del loro Potere, non dei Nostri Bisogni profondi, quelli irrinunciabili. Intenti a firmare leggi che non capivano, a difendere quei privilegi che chiamano diritti acquisiti, ma sono usurpati e riescono a convincere anche i più restii, a firmare leggi e trattati senza leggere, senza capire.  Non mi importa la colpa. Quello che mi importa, invece, e molto, è che per firmare senza capire, ti devi proprio chiudere gli occhi, distrarre, pensare ad altro. E ti scordi di domandarti: quali sono i bisogni profondi del popolo che dovresti rappresentare?
 
Non lo sanno proprio quali sono i nostri bisogni, perché hanno sempre parlato d’altro. Infatti, ora che iniziano ad avanzare proposte per cambiare le cose, che lo hanno capito anche i sassi che si deve cambiare, avanzano proposte confuse.  I politici di professione.

Continueranno  a farlo, per molto tempo, ancora, fino a che non smetteranno di giocare col Potere, cercando di aggregare attorno a singole proposte, attorno alla critica degli altri, anziché attorno ad una visione del mondo, che parta dai bisogni, per cercare soluzioni adeguate.  Non lo vedi, tutto attorno a te? Uniamoci, uniamoci tutti e combattiamo il nemico: l’Europa delle banche e cambiamola da dentro oppure torniamocene a casa.

Per fare che?

Non ce lo possono dire, perché non ci hanno ancora pensato. Se ci hanno pensato, non ce lo hanno detto. Se ce lo hanno detto, era talmente confuso che nessuno l’ha capito.

(Ricordiamoci sempre che siamo stati addestrati ad una consistente difficoltà ad ascoltare. Ad una intolleranza agli approfondimenti.)

Lasciare loro, a gestire il cambiamento che arriva, è ancora peggio che lasciare le cose come stanno.

Per questo dobbiamo occuparcene noi, insieme alle persone responsabili e serie che vorranno unirsi. Con cautela. L’Italia ne è piena, di persone responsabili che vogliono unirsi ma bisogna fare attenzione.

Non è tempo di ammucchiate.
 
Vuoi fare le cose che voglio fare io? Facciamole insieme. Ne vuoi fare altre? Bene, è importante la diversità, in democrazia. Ti rispetto e ti ascolto, ma vado per la mia strada. Fino in Parlamento. È pensato per questo, il Parlamento: per un confronto di idee diverse. Ce lo siamo scordato.

Siamo talmente confusi dal regime maggioritario, che obbliga a fare alleanze con “parti” e partiti con i quali non condividi null’altro che la sete di potere, che finiamo per credere che l’alleanza sia la strada unica per fare Politica. E’ sbagliato. Ti obbliga a scordarti per quale idea politica ti stai dando da fare. Pensi alle strategie e ti scordi i contenuti. Ti scordi completamente che stai lì per dare risposte ai bisogni profondi delle persone, del popolo che rappresenti. Funziona così, il maggioritario: rovina la politica. Meccanicamente. Potentemente. Uccide le minoranze e uccide il dibattito. Uccide il confronto fra punti di vista diversi.  La dobbiamo recuperare, la Politica, assieme alle fondamenta della Democrazia.

Per questo bisogna fare un Partito, che rappresenta una parte, Una visione della società, diversa da quella che abbiamo, diversa da quelle che abbiamo sperimentato in altri tempi e in altri luoghi. Per aggregare persone attorno ad una proposta che prova a rispondere in maniera originale ai bisogni profondi della società.

Con pazienza, con determinazione.

Ora, perché ora si aprono opportunità. Ora è possibile incidere profondamente su una società che, finalmente, sta facendo i conti con se stessa.  Ora è tempo di proposte originali, altrimenti, come spesso nella storia, cambierà tutto, per non cambiare niente.  Nuovo, completamente nuovo, perché le idee vecchie non stanno camminando.

Perché non il M5S, che nuovo è di sicuro?
 
Ci ho provato, cinque anni fa. Mi ci sono pure candidato a fare il sindaco di Spoleto. Il Movimento ha rappresentato l’unica reale possibilità di cambiamento profondo della società. Per questo è stato aggredito con violenza inaudita da tutte le strutture di potere esistente.

Mi sono sempre domandato: perché movimento e non partito? Perché era giusto così, quando è nato. Se vuoi fare breccia in una società totalmente refrattaria al cambiamento, che non ne avverte neppure il bisogno, devi necessariamente “fare movimento”, anche disordinato, anche incoerente, devi attirare fortemente l’attenzione e dimostrare che ci sei, che sei organizzato e determinato e vuoi entrare nelle Istituzioni. Ne fai esplodere le contraddizioni. E dimostri anche, ai cittadini, che non è necessaria una rivoluzione violenta per entrare nelle Istituzioni. Nel Parlamento. Questo voleva fare, questo ha fatto. E credo che il Paese debba essere grato ai tanti giovani che hanno dato anima e corpo per un obiettivo tanto importante. Non è affatto scontata la non violenza.

E’ nato ed è stato strutturato per questo scopo: per scompaginare il potere costituito, senza ricorrere alla violenza. Ha funzionato egregiamente.

Ma quella che è stata la sua forza, finora, è anche la sua debolezza, da ora in avanti. E questo bisogna capirlo.

Non è strutturato né per elaborare una proposta politica complessiva, che sappia disegnare una nuova idea di società, né, tantomeno, per  trasformarla in riforme politiche.  E’ pensato e strutturato per fare altro. Non per governare il paese. Non si è mai organizzato per farlo.


Io ci ho provato, con i miei limitati mezzi, a indirizzare il cambiamento, e almeno il dibattito dal di dentro. Non ero la persona adatta, si vede.  Altri ci hanno provato, e ancora lo fanno. Con scarsi risultati. Mi auguro che non smettano di provarci. Temo che siano ancora troppo pochi, dentro al Movimento, ad avvertire il bisogno di cambiamento necessario per poterti assumere le responsabilità di governo.

La cosa, fra le tante, che mi ha spinto a suo tempo a decidermi ad uscire, è la difficoltà oggettiva e diffusa fra la base di accettare critiche. Ti guardano immediatamente con sospetto. Smettono di ascoltare, ti isolano. Peccato. Non smetto di sperare che emerga, prima o poi, dentro al M5S, una diversa consapevolezza su quanto sia desiderabile e importante un cambiamento profondo nella struttura, pensata per fare altro.

La struttura sostiene l'azione. La struttura è importante. Non puoi far finta di niente. L'azione si perde, senza struttura.


Chiuso l’inciso, Una cosa la dobbiamo sapere.

Il cambiamento arriva, con o senza di noi: ormai è certo.

I segni ci sono tutti. Questo bisogna capirlo, fono in fondo.

La Gran Bretagna che esce dall’Unione Europea, proprio la GB che ne avrebbe meno bisogno di tutti, perché non si è mai lasciata irretire nelle regole sciocche che noi abbiamo accettato, perché lo fa? Se non per organizzare più liberamente il cambiamento che arriva!  Già stanno pensando ad attrezzarsi nella maniera più efficace per attirare i capitali in fuga. Che quelli ci saranno. Lo hanno capito ed è pane per i loro denti: con i capitali e la finanza ci sanno fare.  Pensa quanto sono ingenui i politici europei che fanno la morale alla GB: perderete le banche, se uscite! Questo si dicono. E non vedono che, se si sfalda l’Unione Europea,  le cui Istituzioni sono state ampiamente usate dalla Finanza Sopra Nazionale, serve qualche altra patria a certi interessi. E’ evidente. Qualche altra Istituzione. Qualcuno ci sta pensando. La GB ci sta pensando.
  
L’America che elegge Trump, è impazzita, o semplicemente ci dice che lo hanno capito anche i sassi che certe cose non possono durare? Non possono durare: cambieranno.  Altrimenti le contraddizioni esplodono in maniera incontrollata. Stanno già cambiando. Lo vedi il neoliberismo attaccato nelle fondamenta, con l’attacco diretto che Trump oggi minaccia ma prima o poi comincia ad applicare alla circolazione dei capitali e delle merci, proprio nella casa più grande e potente del neoliberismo?

Vi rendete conto di quanto sia rivoluzionaria l’affermazione delle elite americane, quando scrivono sulla loro più importante rivista che è tempo di dare spazio alle comunità nazionali (loro che le hanno sempre tenute sotto un pesante calcagno, a casa loro ed in giro per il mondo?).  Pur di non lasciarsi sfuggire di mano le cose?

Io ci leggo due cose nei cinque scenari del Libro Bianco della Commissione europea. Il tentativo sinistro di stringere ancora di più il cappio, per costringerci con la forza (la polizia, la magistratura, i servizi segreti e l’esercito europei) dentro un vestito che ci sta sempre più stretto e dal quale molti vogliono uscire. Ma vedo con chiarezza anche la proposta che ci pare assurda, fatta proprio da loro: forse è tempo di tornare indietro, senza euro e senza fiscal compact, al mercato comune che avevamo trent’anni fa. Ci leggo la paura di perdere tutto.

I tempi sono sin troppo maturi.

la strada è una, ed una sola. Non semplice, ma possibile. Anzi, liberatoria.

- Fuori da questa Unione europea. Per ritrovare l’orgoglio di essere Italiani e la voglia di fare le cose che sappiamo fare. Con impegno, con responsabilità. A ricostruire nella Nazione la capacità di usare la democrazia, che l’abbiamo proprio dimenticato.

- Ricostruzione dello Stato Sociale ma questa volta pienamente Responsabile e Solidale, per andare oltre, non per tornare indietro. Che rispetti tutti ma pretenda impegno da tutti. Per rispondere ai bisogni profondi del suo popolo e per ricordare al suo popolo che l'esercizio assiduo e consapevole della sovranità è un dovere, se non la vuoi perdere.

- Avvio di un cammino responsabile di sane relazioni internazionali con le altre Nazioni. Basate sulla pace e sulla collaborazione. Incentrate sui bisogni delle persone, non quelli dei capitali e delle merci. Consapevoli dell’enorme limite attuale: non esistono, oggi, Istituzioni internazionali pensate per essere democratiche.

E’ ora di impegnarsi, di persona. Per raccogliere energie e impegno attorno ad un’idea, ad un progetto. 

Ai politici navigati, di destra e di sinistra, che fino ad oggi si sono accontentati delle etichette, mentre tutti approvavano le leggi che hanno tolto ai poveri per dare ai ricchi, hanno tolto ai piccoli per dare ai grandi, hanno tolto all’Italia per dare allo straniero, chiediamo questo, almeno questo : una buona legge elettorale, proporzionale, che tolga il Potere ai capi partito e restituisca al Popolo sovrano il diritto ma anche il dovere di scegliersi i suoi rappresentanti. 

E poi fatevi da parte. Ritiratevi a vita privata. Avete fallito. Fate capire al popolo Sovrano che deve, urgentemente, colmare un vuoto enorme. Un vuoto fatto dalla vostra presenza, non dalla vostra assenza. Fatelo toccare con mano alla società civile che ha il dovere di colmare quel vuoto, e farsi partito, occupare i partiti, usare i partiti, perché quella è la strada per la Politica. E visto che vi ci trovate, a fare una buona legge, aggiungete un ultimo articolo, semplice, semplice, di quelli che si capiscono: abolite, per il presente, per il futuro, ma anche per il passato, i vitalizi e quelle altre porcherie lì che, a qualche malizioso, possono sembrare la marchetta per la quale avete svenduto il paese.

Fate queste due cose, che sono giuste, e vi riscatterete. E poi fatevi da parte.

La Società Civile è in fermento. E molto di più di quanto non appaia. Ci sono energie positive che vanno accompagnate verso soluzioni positive. Sane.

Per farlo, però, c’è bisogno di coraggio e di disponibilità. La  “Società Civile” è fatta di Associazioni, di Comitati, di Federazioni di Associazioni e Federazioni di Comitati e di Movimenti e Federazioni di Movimenti e di federazioni di federazioni e via di fantasia : tutto, purché non si chiami Partito Politico. Orrore! Paura! Di questa cosa qui, della parola, del segno, ne hanno, letteralmente, paura. Non se ne riesce a parlare, che subito ti guardano storto.  Come se fosse un peccato.

Sì, certo, i partiti sono stati usati molto male.  Anche lo Stato è stato usato molto male e allora? Ce la possiamo prendere con i politici, che hanno rovinato tutto. Oppure ( ricordi? “ / “ ). Oppure ognuno di noi si passa una bella mano sulla coscienza e fa mente locale: ma io dov’ero? I Partiti sono un nostro strumento, come lo Stato è un nostro strumento. Usiamoli, ed usiamoli bene. Se lo lasciamo fare ad altri, al posto nostro,  poi, per cortesia, almeno il buon gusto di non lamentarci troppo. Dipende anche da noi.

La Società Civile ci dice che dobbiamo difendere la Costituzione, che è cosa buona e giusta. E ci propone di cambiare il mondo, che è cosa buona e giusta. E ci propone il referendum e le iniziative popolari che, per carità, vanno fatti, sono utili, sono importanti, sono necessari, sono indispensabili, svegliano dal torpore, liberano energie, fanno tornare la voglia di difendere la propria Indipendenza, la propria Dignità, la propria Libertà … ma si scordano della Responsabilità: quella che ti dice una cosa importante: raccogli quello che è stato seminato, le energie liberate dal torpore, e incanalale nell’unica direzione necessaria: un nuovo Partito Politico. Ma anche due, anche tre. Tutti nuovi di zecca. Che di confronto, quello serio, ne abbiamo bisogno e fa bene.


Che i tempi sono maturi.

Signori miei, amici carissimi, la Costituzione parla chiaro: il Popolo sovrano partecipa alla politica ed esercita la sua Sovranità con uno strumento principe e, poi, dopo, se e quando, questo non funziona bene, anche con qualche accessorio. Anche. Accessori.

Io non capisco proprio perché lo strumento principe debba farvi paura. Guardate quanto è bello questo articolo della Costituzione che solo per la sua scultorea brevità e chiarezza dovrebbe farvi innamorare  (altro che le cinquecento pagine dei trattati):

 ART. 49.

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.


Tutti i cittadini, (non solo qualcuno, non fare finta di nulla, ci sei anche Tu)

Hanno diritto (e io aggiungo che oggi hanno il dovere, perché è già tardi)

Di associarsi in un Partito (chiaro? Un P A R T I T O) 

Per concorrere (bada bene: non “per imporre” agli altri, ma per concorrere a … , che presuppone ascolto, rispetto, capacità di confronto. Ce lo siamo proprio dimenticato, anche grazie a questo stupido metodo maggioritario, che ci ha fatto credere che uno solo ci avrebbe salvato, mettendo a tacere tutti gli altri).

A  determinare (ma la senti la potenza? Vogliamo, possiamo e dobbiamo “determinare” la Politica. Altro che cessioni di sovranità).

Con metodo democratico (fatto di trasparenza, di partecipazione, quelle vere, che si possono fare, eccome se si possono fare, se ci mettiamo tutti lì dentro, col fiato sul collo).


la Politica Nazionale. ( rifletti accuratamente : occupiamoci, come dice la Costituzione, di politica “nazionale” che gli strumenti che abbiamo sono stati pensati per quello, non per altro; non abbiamo gli strumenti, per fare altro).



Una “associazione culturale” è bella, ma non è lo strumento per cambiare la cosa comune, la Res Publica, la Politica. Non lo dice guido grossi, lo dice la Costituzione. E se cambi nome all’associazione e la chiami “associazione politica”, ma poi non ne trai le dovute conseguenze ed hai ancora paura di usare l’unico nome corretto, che è “P A R T I T O ”,  allora ti stai prendendo in giro.

Ricordi? Con le parole ci si cambia il mondo, tocca usare quelle giuste! 

Per  la politica sopra nazionale, invece, ci dobbiamo ancora attrezzare. Abbiamo fatto la globalizzazione e non avevamo gli strumenti per gestirla. Non li abbiamo proprio gli strumenti.

Puoi zappare l’orto con un frullatore? Piallare una tavola con il martello? Piantare un chiodo con le forbicine?

Le Istituzioni le puoi fare a forma di frullatore, oppure di zappa, di martello, oppure di pialla. Le puoi pensare per difendere le nazioni più deboli, oppure per permettere alle elite delle nazioni più forti di imporsi sugli altri. Per il confronto democratico, o per la prepotenza dei prepotenti.

Le Istituzioni sopra nazionali esistenti, create in Europa e nel mondo, quali Commissione europea, BCE, FMI, World Bank, BRI, eccetera, non sono pensate per dare voce ai popoli, sono stati pensati dalla finanza per gli interessi della finanza, che lei sì che è sopra nazionale ed è molto ma molto bene organizzata e vuole solo essere lasciata libera di farsi gli affari suoi, senza l’impiccio degli Stati Nazionali. Noi, i popoli, ancora no. Gli strumenti non li abbiamo. Quelli che credevamo essere nostri, erano pensati da altri, per altri scopi. L’Onu, il Consiglio di Sicurezza, la Nato, non sono forse pensate e strutturate per dar voce ai più forti?

Siamo in grado, oggi, di pensare ad Istituzioni sopra nazionali che riescano ad essere funzionali alla democrazia ed alla pace? Se neppure a casa nostra sappiamo più bene cosa siano la democrazia e la pace?

 E’una buona regola che le cose, se le vuoi fare bene, le devi fare una dopo l’altra. Cominciando da quelle più semplici, e arrivando, piano, piano, a quelle più complicate.

Semplice, no? Cominciamo col fare il partito, poi faremo l’Italia, poi cambieremo il mondo. Un passo per volta.

Se poi qualcuno, oggi, fra il popolo, preferisce restarsene comodo a casa sua, faccia pure, per carità. Per cortesia, però, se poi le cose peggiorano, anziché migliorare, abbia il buon gusto di lamentarsi in silenzio. Già quando le cose vanno bene, e la politica funziona, e i politici sono brave persone, è bene stargli col fiato sul collo, almeno in tanti. Oggi, che è tutto storto, tutti dovrebbero sentire la voglia e il dovere di dare un contributo fattivo, ognuno secondo le proprie possibilità.



Se poi qualcuno, oggi, nella società civile delle associazioni, preferisce ancora ragionarci un po’ su, e valutare e riflettere e proporre soluzioni diverse, che vanno inquadrate dal punto di vista culturale e filosofico, per carità: meritano il massimo rispetto, mio e di tutti noi. Non lo dico per dire, badate bene: servono, le associazioni culturali. Specialmente in un mondo come quello di oggi dove : i partiti attuali ce li abbiamo contro e difendono se stessi; il tuo nemico è la Finanza sopra nazionale ed eserciti sconosciuti;  il sistema mediatico ufficiale è al servizio di quei poteri lì e non ti racconta le cose e non ti permette di parlare, se le vuoi raccontare. Lo capisci che senza associazioni culturali che si sforzano di raccontarti come vanno le cose e come dovrebbero andare, vivremmo tutti nel mondo falso e ovattato dei talk show, pensando che tutto va bene o che comunque stiamo progredendo sulla strada giusta. O no?

Massimo rispetto, quindi, e massima chiarezza, che è urgente. Così le persone che vogliono solo ragionare stanno da una parte e quelle che vogliono ragionare ma anche agire, stanno da un’altra. Continuando a lavorare di assoluto concerto, che ognuno ha un profondo bisogno dell’altro, con massimo ascolto, massima collaborazione, ma senza confusone di ruoli e senza intralciare l’una il cammino dell’altra.

Molti sono convinti che i tempi non siano maturi. Forse sono più saggi di me. Ma io vedo che la Nazione è fatta di persone che vivono la loro vita quotidiana e fanno poca filosofia: non ne possono più. Sono al limite. Quelli crepano e allora scoppiano e poi fanno la guerra e spaccano tutto. Oppure si tolgono la vita.

Non dobbiamo permettere che a qualcuno venga in mente di spaccare tutto che ci facciamo male. Nel casino che scoppia, mentre spacchi tutto, ti scordi perché lo stai facendo, dove vuoi arrivare, e arriva, immancabilmente, il dittatore di turno, che poi te lo spiega lui dove dobbiamo arrivare.  E siccome i dittatori, per natura, è facile che stiano dalla parte dei ricchi e dei potenti, finisce sempre che ci riconsegnano, questa volta con le mani ed i piedi legati, nelle mani dei ricchi e dei potenti.

Non lo dobbiamo proprio tollerare, un mondo che nega perfino la speranza.

Dobbiamo costruire. Insieme. Che è già tardi. 

E' difficile? E' impegnativo! Che è un concetto diverso: già dopo il primo passo, sarà molto più facile.

Un ultimo consiglio: spegni quella maledetta TV, che di certo non ti dice quali sono i veri problemi e le vere soluzioni. Ti confonde. E' in cattive mani, oggi, la TV. Ricordi? Decenni e miliardi, investiti appositamente e scientificamente per confonderti.

Leggi dei libri, se vuoi informarti, che ce n’è bisogno. Le riviste, che sono fatte per approfondire. Sono fatti per riflettere, certi libri e certe riviste. Non solo ti invitano a riflettere, ma ti lasciano il tempo di farlo. E, intanto che leggi, scendi per strada. Cerca un luogo di incontro. C’è bisogno di te. Della tua partecipazione. Della tua voglia di capire e di fare.

Anzi, magari, una cosa intelligente la potremmo fare per dare un senso perfino a quella scatola lì, la TV, visto  che tanto la paghiamo anche se è spenta. Facciamo un ultimo sforzo: chiediamo a tutti quelli che incontriamo di farne uno nuovo, di canale TV, che sia, questa volta un “bene comune”,  messo veramente a disposizione di chiunque voglia ragionare con noi sulle cose da fare. Ragionare, confrontarsi, ascoltarsi, collaborare per scegliere soluzioni equilibrate. Basta chiacchiere inutili, Basta col bello della diretta che è un'illusione: impedisce di capire. Se sono profondi i bisogni che ci stanno a cuore, meritano tempo e rispetto. Con Spirito di Servizio si fa una buona TV. E allora sarebbe uno strumento Potente, messo al nostro Servizio.

Una cosa che darebbe spazio a tutte le diverse nuove realtà, tanto che dovrebbero avvertire tutti il bisogno di farla insieme, questa cosa qui. Proprio ora, che abbiamo tanto bisogno di ragionarci con calma sul nuovo che sta per accadere.

Questa è una buona cosa che si può fare insieme.

Non è certo questo libro, che può cambiare il mondo. Ma tu lo puoi fare, cambiando te stesso. Io lo posso fare, cambiando me stesso. E se decidiamo di farlo insieme, cambierà davvero. Perché siamo tantissimi, che lo vogliamo diverso. C’è una energia positiva che si sta diffondendo. E’ dentro di Noi: liberiamola. C’è il Paradiso Terrestre che è lì, pronto, dietro l’angolo, e aspetta solo che noi decidiamo di sentirci all’altezza.

Nell’allegato A, è segnato il Cammino per i prossimi mesi. Ti verremo a cercare, nella tua città, per proporti di unirti a noi. Diamoci da fare.

Qualcuno ce lo doveva ricordare, che la Libertà, l’Indipendenza, la Dignità, passano solo per la nostra Responsabilità, per il nostro Libero Arbitrio.

Grazie, Michele, che ce lo hai ricordato. Grazie del tuo coraggio. Della tua lucidità. Della tua sensibilità. Grazie perfino della tua disperazione.

Se riusciamo a sentirla, senza dimenticarla mai, senza chiudere gli occhi; se la raccogliamo fra le mani e ci darà la forza per provarci davvero, allora tutto avrà un senso. 


In un mondo che non dà speranza, non possiamo rimanere a guardare.



Link a : Allegato A - Progetto politico