ISTRUZIONI PER L'USO

IL TALLONE D'ACHILLE è pensato per scrivere libri, direttamente su questo blog. Qui comincia l'Eredità di Michele, l'ultimo scritto. Il precedente è stato interrotto, si vede che doveva maturare. Qui trovate IL primo LIBRO, col suo indice ed i post che lo compongono.
I "libri" raccolgono commenti, critiche e suggerimenti di chiunque voglia partecipare con spirito costruttivo. Continuano un percorso iniziato con le Note scritte su Facebook , i cui contenuti sono ora maturati ed elaborati in una visione d'insieme, arricchiti da molti anni di esperienze diverse e confronti con persone diverse.

I Post seguono quindi un percorso logico che è bene conoscere, se si vuole ripercorrere il "discorso" complessivo. Naturalmente è possibile leggere singoli argomenti ai quali si è interessati. Argomenti spot - che spesso possono nascere dall'esigenza di commentare una notizia - saranno trattati in pagine dedicate.

Buona partecipazione!


COME LASCIAR FALLIRE UNA BANCA E VIVERE FELICI



Rischia di fallire una grande banca !

Panico; per qualcuno anche un po' di sadico piacere. 

Sono emozioni sbagliate, e pericolose, in entrambe i casi. Soprattutto perché sono possibili soluzioni molto più razionali e indolori.

Ci dicono: crolla l'economia, falliscono le aziende, si licenziano i lavoratori!  E' così che la paura sostiene le scelte di chi usa fiumi di denaro pubblico per salvare le banche, imponendo sacrifici a tutti noi.

Il bello è che, abboccando, accettiamo proprio quei sacrifici che, quelli sì, fanno crollare l'economia, fallire le aziende, licenziare i lavoratori. E' questa la ricetta dei professori che, casualmente, provengono da quell'ambiente e, en passant, ci hanno messo un banchiere alla Rai, a raccontarcela giusta.

Altre passioni, all'eccesso opposto, spingono alcuni a desiderare un mondo senza banche, senza risparmio, senza credito, senza interessi. Non esageriamo!

Procediamo con ordine, avvisando che non ci occupiamo qui dei motivi per i quali sarebbe forse opportuno lasciarlo fallire tutto, questo sistema bancario avvelenato dal cancro della finanza. Per farne uno nuovo. Ma per quello c'è il libro. 

Concentriamoci sulle conseguenze. E sulle possibilità.

Nel settembre del 2008, in seguito al fallimento della Lehman Brother, l'economia mondiale ha subito uno shock immediato. Come  ricorda G. Vaciago in questo articolo, nei sei mesi successivi le aziende e le banche hanno tirato i freni a tutta forza e la produzione industriale nel mondo si è ridotta del 25%. Nel 2009 è poi arrivata la recessione, colpendo tutti. 

Ma è inevitabile? Oppure chi governa l'economia e presidia il sistema finanziario ha strumenti per intervenire ad evitare questi disastri?

Una banca fallisce perché ha fatto investimenti sbagliati sui mercati finanziari, oppure ha prestato soldi ai soggetti sbagliati che non sono più in grado di restituirli. 
Se la banca ha avuto la possibilità di espandere molto i suoi rischi, il suo patrimonio non sarà più sufficiente a coprire le perdite. Si troverà quindi nella condizione di non poter restituire, a sua volta, le somme ricevute in deposito dai propri creditori: clienti privati, aziende, banche, enti. Un bel guaio.

A seconda dei paesi e delle diverse legislazioni si interviene a rimborsare i creditori con i fondi di garanzia, per la parte prevista, e si ripartiscono le perdite per la parte residua.

Le conseguenze sono due.

A livello individuale, chi ha subito una perdita avrà una riduzione delle sue disponibilità che potrebbe, a sua volta, causare danni seri ai propri equilibri finanziari (sono possibili fallimenti a catena).

A livello collettivo, la massa monetaria nel sistema subisce una riduzione: si distruggono risorse finanziarie. I numeri a credito sui conti dei clienti vengono ridotti o azzerati. Il meccanismo del moltiplicatore funziona anche all'inverso: la paura spinge gli operatori all'immobilismo, a non chiedere prestiti, a non fare depositi, a non spendere le proprie disponibilità. Il crollo potenziale del denaro in circolazione è molto più elevato della somma dei crediti non risarciti.

Arriva così la crisi economica. (Per inciso, ricordiamocelo questo: non avviene mai per caso, una crisi. E' sempre e solo figlia di una distruzione di moneta in circolazione).

Per evitare queste conseguenze, le autorità preposte non trovano di meglio da fare che aumentare le tasse e tagliare le spese pubbliche, raccogliendo risorse che vengono usate per coprire i buchi nei bilanci del sistema bancario privato, prima che le potenziali conseguenze esplodano. La famosa "ricapitalizzazione" del sistema bancario, vera ossessione dei nostri tecnocrati europei. Operazione per la quale hanno inventato perfino il Meccanismo Europeo di Stabilità che, come vedremo nei successivi capitoli del libro, non nasce per salvare gli stati, ma (con soldi nostri) il sistema bancario. Stessa finalità ha l'unificazione del sistema bancario europeo. 

Le manovre fiscali, sfortunatamente, producono esattamente le conseguenze che si vogliono evitare: crisi economica. Con l'aggravante che vengono colpiti soggetti che non c'entrano nulla.  

Ragioniamo serenamente su una possibilità alternativa. Tenendo presente che se volessimo davvero capitalizzare il sistema bancario privato con soldi pubblici, e coprire tutte le follie che hanno fatto queste banche avvelenate di finanza e di titoli tossici, dovremmo spremerne davvero tanto di sangue dai popoli europei. E non sembra il momento adatto.

La Banca Centrale Europea non ha il permesso di dare soldi agli Stati (sic !). E' però autorizzata dai trattati internazionali (art. 123 Trattato UE) a dare risorse finanziarie al sistema bancario privato. 

Alla BCE i soldi non costano nulla. Non li deve chiedere in prestito, non deve tassare i cittadini per averli e per distribuirli.

Supponiamo:

in caso di fallimento di una banca dell'Euro sistema, di utilizzare la prevista procedura di liquidazione, nella quale si raccolgono i crediti della banca e si fanno i conti di quanto manca all'appello per restituire i suoi debiti. 

Ricordiamo:

che il mancato pagamento di quei debiti avrebbe come effetto sistemico la distruzione di base monetaria, con conseguente deflazione (discesa dei prezzi). 

Consideriamo:

Compito primario della BCE è la salvaguardia degli equilibri finanziari e del mantenimento del valore della moneta (la stabilità dei prezzi, come previsto dal trattato e dallo Statuto del SEBC all'articolo 2).

PROPONIAMO:

La BCE ha il dovere istituzionale di intervenire a coprire, con emissione di nuova base monetaria, esattamente la parte mancante: per evitare la deflazione e per garantire la stabilità dei prezzi

In cambio, ritirerebbe le azioni del capitale della banca in liquidazione, naturalmente senza valore. La conseguente perdita di bilancio della BCE rappresenterebbe un meraviglioso momento di catarsi, in cui i diritti di signoraggio primario (gli utili che la banca centrale ottiene nello svolgimento dei suoi compiti istituzionali di emettere moneta) svolgono finalmente una degnissima funzione pubblica.

Il liquidatore usa il ricavato per soddisfare i creditori; chiude la procedura, e la banca privata finisce di esistere. (applausi)

Conseguenze.

A livello sistema l'effetto sulla massa monetaria è zero. Tanto si distrugge e tanto si crea.

Tutti i creditori sono stati soddisfatti.

La crisi economica è scongiurata !

La banca privata che ha gestito male i suoi affari fallisce come merita. Se le perdite sono causate da un uso incauto di strumenti finanziari gli applausi diventeranno più fragorosi. I suoi azionisti perdono il capitale investito nelle azioni della banca, ma questa è l'essenza del capitalismo. Il rischio deve essere simmetrico: si guadagna se si sceglie bene, si perde se si sceglie male. Per inciso, la perdita patrimoniale è già stata sostanzialmente assorbita dalla graduale discesa del valore delle azioni. 

La prossima volta staranno più attenti: azionisti e manager.

Oggi, salvati con i nostri soldi, azionisti e manager, non hanno alcuno stimolo a far meglio. 

I dipendenti della banca non avranno problemi a trovare offerte alternative di lavoro in un sistema che - se non dovesse assolvere al compito impossibile di salvare il sistema bancario privato - non avrebbe problemi a creare lavoro ed opportunità. E se il lavoro lo troveranno al di fuori di una banca possiamo tutti scommettere che il livello di felicità generale subirà un'impennata.

Controindicazioni?

Vi prego di indicarmele.

E' da un po' che questa idea mi frulla in testa. Non ne vedo, a parte...per quei politici che oggi accumulano ricchezze e privilegi inchinandosi di fronte ai poteri forti. Loro, a proporre una cosa del genere, potrebbero decisamente avere qualche problema.

E se cambiassimo anche loro ?

3 commenti:

  1. Ottimo ragionamento,che, spero, sia seguito dal prossimo governo... solo un piccolo appunto in merito a: "(art. 123 Trattato UE) a dare risorse finanziarie al sistema bancario privato." Anche se monti&c non lo applicheranno mai, esiste anche il comma 2 dell'art.123 "Le disposizioni del paragrafo 1 non si applicano agli enti creditizi di proprietà pubblica che, nel
    contesto dell'offerta di liquidità da parte delle banche centrali, devono ricevere dalle banche centrali
    nazionali e dalla Banca centrale europea lo stesso trattamento degli enti creditizi privati." Naturalmente se ci sono altre leggi che vietano alla bce di finanziare enti creditizi pubblici, ti sarei grato di farmelo sapere (non ho una preparazione finanziaria), ma dato che il TUE e il TFUE sono la "costituzione" (volutamente minuscolo) della UE, mi piacerebbe che fossero sfruttate tutte le leggi che i tecnoburocrati hanno approvato. PS: io sono per la revoca unilaterale dei trattati europei, in primis perché sono incostituzionali, in "secondis" perché sono stati ratificati da incompetenti che non sapevano cosa stavano votando, in tale modo hanno tradito il Popolo Italiano. PPS: grazie per tutte le informazioni che ci dai!

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    1. il paragrafo due dell'articolo 123 serve solo a garantire che eventuali banche di proprietà pubblica possano egualmente ricevere fondi dalla BCE nelle sue ordinarie funzioni di immissione di liquidità nel sistema bancario

      l'unica eccezione in cui la BCE può dare soldi ad un ente pubblico: se è una banca :(( .. e poi dicono che non è l'Europa delle banche..

      no, non ci sono altri impedimenti

      anche il recesso unilaterale (articolo 50) prevede comunque una negoziazione che può durare fino a due anni. Magari potrebbe essere l'occasione di rimettere tutto in discussione. Siamo sempre di più a capire che le cose così non si aggiustano, in Europa, ma scoppiano..

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  2. Grazie infinite per la semplicita' con cui ha esternato un'utile e sensatissima soluzione.
    La approvo appieno!
    Spero di poter vivere abbastanza a lungo da vederla divenire realta'.

    Miro Cistico

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