ISTRUZIONI PER L'USO

IL TALLONE D'ACHILLE è pensato per scrivere libri, direttamente su questo blog. Qui comincia l'Eredità di Michele, l'ultimo scritto. Il precedente è stato interrotto, si vede che doveva maturare. Qui trovate IL primo LIBRO, col suo indice ed i post che lo compongono.
I "libri" raccolgono commenti, critiche e suggerimenti di chiunque voglia partecipare con spirito costruttivo. Continuano un percorso iniziato con le Note scritte su Facebook , i cui contenuti sono ora maturati ed elaborati in una visione d'insieme, arricchiti da molti anni di esperienze diverse e confronti con persone diverse.

I Post seguono quindi un percorso logico che è bene conoscere, se si vuole ripercorrere il "discorso" complessivo. Naturalmente è possibile leggere singoli argomenti ai quali si è interessati. Argomenti spot - che spesso possono nascere dall'esigenza di commentare una notizia - saranno trattati in pagine dedicate.

Buona partecipazione!


DEMOCRAZIA VO CERCANDO CH’E’ SI’ CARA… Di Lidia Beduschi


Introduco con piacere, da autore del blog, questo scritto della Professoressa Lidia Beduschi che mi era stato proposto ad inizio anno, prima delle elezioni.


Doverosa premessa. Lidia è una delle tante persone convinte, come me, che il Paese abbia il profondo bisogno di un nuovo modo di fare politica. Un movimento che raccolga le tante competenze espresse dalla società civile. Ne abbiamo discusso per mesi, sempre oscillando, in momenti diversi, fra la voglia di adesione senza remore al M5S e la scelta di una strada alternativa. 

Mi sono reso conto ad un certo punto che, nonostante fossi iscritto al M5S da un anno, lo avevo conosciuto più attraverso il contatto con le sue voci più critiche che non seguendo la via maestra: quella della partecipazione sul territorio, nel gruppo locale. Gruppo con il quale avevo comunque intrattenuto rapporti incrociati per varie iniziative in comune fra Cittadinanzattiva (di cui sono coordinatore, a Spoleto), ed i loro attivisti. Ho pensato, ad un certo punto, che l'unico modo per fugare i dubbi è quello di partecipare senza remore, nella maniera più diretta ed umile possibile.

La "violenza ideologica" della campagna elettorale ha fatto il resto. Vedere l'attacco concentrico di tutto il sistema dei partiti tradizionali e dei media a loro asserviti contro il M5S; fatto in modo tendenzioso, gretto, inaccettabile, sulla migliore scia della rodata macchina del fango; confrontato questo attacco meschino con la serietà, l'impegno, la competenza, la lealtà e la trasparenza degli attivisti che ho conosciuto di persona; è stata la molla cha ha fatto scattare la decisione finale. 

Fino a che non andrò a sbattere il muso contro l'evidenza di ostacoli che non possono essere superati, ho intenzione di dare al movimento tutta la disponibilità di cui sono capace. Voglio contribuire dal basso, perché di questo ha bisogno la riscoperta della democrazia.



L'assedio al quale assistiamo in questi giorni da parte di giornalisti e politici di varia estrazione ai Parlamentari del M5S, in nome di una non meglio definita esigenza di "governabilità" o, peggio, della "stabilità", fa veramente capire quanto siano confuse le idee sul concetto di democrazia parlamentare che abbiamo, noi Popolo Italiano, e sull'idea di Democrazia, in genere.

Diamoci tutti da fare per riscoprire la centralità del Parlamento, per sostenerla con il nostro impegno di cittadini responsabili: lunga vita alla nuova legislatura!


Ripesco quindi estremamente volentieri il contributo di Lidia che, pur non modificato dalla sua formulazione originale, va letto, naturalmente, alla luce di quanto detto. Lo offro (con il suo consenso) alla comune riflessione. E' il primo di una serie di interventi sul tema della Democrazia che spero riceva la partecipazione che merita.

Guido.

DEMOCRAZIA VO CERCANDO CH’E’ SI’ CARA…  Di Lidia Beduschi


L’obiettivo di queste note è pragmatico, indirizzato a disegnare insieme, nella discussione qui sulle pagine del blog e fuori a voce, la forma più adatta a dare corpo alle analisi, ai contenuti e alle proposte di politica economica sviluppati da Guido Grossi, forma che a sua volta sia in grado di produrre un programma di governo articolato e completo con cui presentarci come nuovo soggetto alle non lontane, nuove, decisive elezioni politiche. Condivido con molti la convinzione che il governo che uscirà dalle elezioni del 24, 25 febbraio avrà vita breve. Ritengo perciò necessario e stringente l’impegno di definire il modello organizzativo del soggetto politico sotteso al gruppo che si muove intorno a questo blog, a partire ovviamente dal suo promotore e autore.

Sono convinta, lo ripeto, che ci sarà bisogno di un soggetto politico ancora nuovo, definito nel programma, nelle candidature, ed anche nella struttura e nelle regole di funzionamento interno ed esterno. Il tempo che abbiamo a disposizione per costruirlo è limitato. Diamoci da fare.

Dopo la premessa necessaria, passo subito ad affrontare il tema preliminare, quello della “democraticità” del soggetto che andremo a fondare, quale requisito indispensabile della politica buona, contro il tradimento della cattiva politica operato dai partiti storici e contro il mancato rinnovo e le promesse non mantenute (?) dei soggetti che si propongono per la prima volta sulla scena nazionale delle elezioni del parlamento e del governo, in particolare il M5S e Rivoluzione Civile.


Il “governo tecnico” (lo metto tra virgolette, poiché in realtà non si danno governi tecnici se non nella manipolazione informativa servita a cittadini poco attenti e poco disposti ad assumersi la responsabilità della propria autoinformazione) di Monti ha segnato di sicuro un drammatico arretramento della democrazia in Italia, di cui ancora è stata complice la crisi profonda dei partiti politici che hanno svuotato di ogni positività la democrazia rappresentativa ad essi assegnata dalla nostra Costituzione..


E’ parso allora a molti che l’unica soluzione potesse (e possa) trovarsi in forme di democrazia diretta, provenienti dal basso , intendendo con basso la classe media e la classe popolare, la grande moltitudine degli esclusi e gabbati (uso l’espressione “classe” per comodità, ci torneremo sopra), dove uno vale uno, una testa un voto.


E’ questo un percorso davvero virtuoso e soprattutto praticabile? Oppure ci troviamo davanti ad una “narrazione mitica” , ad una affabulazione che molti di noi hanno iniziato a raccontarsi e a raccontare per trovare una via d’uscita alla frattura insanabile che si è creata e che viviamo nelle sue conseguenze non più tollerabili, tra eletti ed elettori?


I miti rivestono funzioni importanti, non ha nessuna utilità accanirsi a smascherarli, occorre comprendere il senso del mascheramento. Eppure dobbiamo subito aprire un varco tra le nubi della “narrazione mitica” e guardare alla storia: la democrazia diretta senza capo, senza leadership, senza struttura e senza regole, in-mediata nel senso letterale di senza mediazione, quella appunto dove uno vale uno, dove si afferma la totale uguaglianza dei votanti, quella che dovrebbe mettere tutto a posto, non è mai esistita storicamente. Non è esistita nella Grecia , che poi era l’Attica, di Pericle nell’Atene del V secolo a. C., “culla” della demokratìa, del felice e prospero “governo del popolo”, come reciterebbe la stessa etimologia della parola.


Periklès hèn tòn mèn fylòn Akamantìdes, tòn dè dèmon Cholarghèys” (Plutarco, Pericle, 3), “Pericle apparteneva alla tribù Acamantide, del demo di Colargo”.

Dèmos in ionico-attico designa una entità territoriale (greco dèmos, latino domus) e per estensione semantica la gente che vi risiede, la popolazione stratificata, come partizione della tribù fylon, (nell’Atene del v sec.a. C. le tribù erano 10) che vi abita: i dèmoi dell’Atene classica sono dunque entità locali e amministrative insieme, in cui insistono peraltro legami “di sangue” di ghènos, di stirpe, più rappresentati che reali, in quanto non esistono per il periodo, né sono richiesti o imposti, registri anagrafici globali della popolazione, poiché le registrazioni anagrafiche censivano i soli maschi in quanto soggetti alla leva militare obbligatoria. Non mi addentro ora qui nella complessa e per molti aspetti farraginosa articolazione delle cariche, delle attribuzioni e dei compiti in cui letteralmente si frantuma la rappresentanza democratica ateniese. Mi basta ricordare che a partire dall’anno 451-450 a.C. una legge promossa da Pericle stabiliva che per essere cittadino ateniese (quello che aveva diritto ad esprimere il voto) occorreva essere figlio di madre e di padre ateniesi (Aristotele, Costituzione degli Ateniesi, 26, 3; 42, 1; Politica, III, 1, 1275 b), mentre fino alla metà del secolo V , con accezione più ampia, cittadino era il figlio di padre ateniese. Dal voto erano escluse le donne, ovviamente gli schiavi e gli stranieri residenti.



La democrazia , che prevede sempre il primato della politica è dunque strettamente legata alla qualità ed anche alla quantità dei cittadini, a ciò che in sostanza è nella realtà storico-sociale il cittadino secondo la norma statistica a fronte della norma qualitativa, ideale, tracciata dalla legge.

Sul tema della cittadinanza dunque dovremo tornare nel prossimo appuntamento.

Ora per chiudere questo primo intervento e per offrire al dibattito un tema sicuramente più appetibile e prossimo sulla democrazia diretta, riporto in sintesi il contenuto di un articolo comparso sull’inserto domenicale Nòva de “Il Sole24Ore”, del 16 settembre 2012, col titolo I tranelli del voto digitale. In Estonia è già operativa, il Pirate Party tedesco la usa e anche Grillo ci sta pensando. Ma la democrazia liquida non è senza rischi, di Marco Magrini che scrive:

“Si chiama Estonia, ha appena un milione e 300mila abitanti ed è un membro dell’Unione europea. Con il suo vasto programma di digitalizzazione, l’Estonia è la nazione più avanzata al mondo verso la e-democracy, la democrazia elettronica. Alle elezioni dell’anno scorso il 24,3% dei partecipanti al voto ha “deposto” la scheda per via digitale. Ma il Parlamento di Tallin, che ha varato per legge questa piccola grande rivoluzione già dal 2013, è certo che il fenomeno crescerà col tempo.
In teoria, quando un bel giorno tutti saranno pronti a esercitare il diritto di voto per via elettronica, potrebbe accadere quel che tanti – perlopiù utopisti e accademici – auspicano: l’apparizione della democrazia elettronica. Il giorno (forse lontano) in cui i cittadini possono derogare, magari occasionalmente, al principio di rappresentanza. Ed esprimersi personalmente su certe decisioni d’interesse nazionale”.

La riserva avanzata dall’autore dell’articolo riguarda sostanzialmente l’affidabilità del medium elettronico: “E quanto puo’ essere facile truccare, senza farsene accorgere, un risultato elettorale? Troppo. Almeno per il momento”. La mia riserva attiene invece, molto più radicalmente, la qualità di cittadino, come condizione necessaria alla pratica della democrazia diretta.

LIDIA BEDUSCHI






CURRICULUM BREVE

Mantova (1948). Laurea in Lettere Classiche con tesi in Dialettologia Italiana (Università degli
Studi di Bologna, 1972).
Socio ordinario AISEA Onlus.(Associazione Italiana per le Scienze EtnoAntropologiche – Roma).

Socio ordinario e membro Comitato scientifico alla fondazione, della LUA, Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari (Arezzo).

Ha collaborato, tra le altre istituzioni, con la Regione Lombardia, Assessorato alla Cultura, Ufficio per la Cultura del Mondo Popolare; con la Provincia di Mantova, Redazione Piani Paesistici, Beni Demoetnoantropologici; Direzione Centro Etnografico Provinciale (Assessorato alla Cultura); con l’Ente Parco del Mincio: progetto di ricerca e realizzazione di Centro Parco a Rivalta sul Mincio.

Ha tenuto numerosi corsi sui temi dell’autobiografia e della scrittura autobiografica a Mantova per la Scuola di Cultura Contemporanea del Comune di Mantova, Assessorato alla Cultura, a Suzzara, per l’Associazione “Maria Bianchi”, all’interno di percorsi per le persone in lutto, nella forma specifica dell’autobiografia attraverso il gioco di ruolo, presso l’OPG di Castiglione delle Stiviere; per l’ASL di Mantova e la Provincia di Mantova, ha organizzato e tenuto corsi di formazione e di aggiornamento diretti a personale sanitario in Antropologia medica. Ha inoltre progettato e tenuto seminari di didattica dell’Italiano per stranieri (Comune di Suzzara), e di Antropologia culturale (Comune di Mantova).


1982-2000 ha collaborato al Progetto ALLI (Atlante Linguistico dei Laghi Italiani, Università di Perugia , CNR) compiendo rilevazioni sui laghi di Mantova e sul Po e coordinando l’attività di ricerca dell’Unità Operativa Locale.

Collabora dalla fondazione alla rivista “La Ricerca Folklorica” diretta da Glauco Sanga.. I suoi interessi si sono rivolti principalmente a: ricerche onomasiologiche e semasiologiche
sul lessico della pesca delle acque interne e alle etnotassonomie ; quindi alla ricerca e analisi di testi della tradizione orale (fiabe in primo luogo). Ha compiuto ricerche di storia orale presso la Cartiera Burgo di Mantova con Giancorrado Barozzi. In qualità di Etnoantropologa AISEA
ha elaborato progetti FSE e svolto docenza di antropologia medica per l’ASL di Mantova, la Provincia di Mantova e l’OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario) di Castiglione delle Siviere (MN) negli anni 2000, 2001 e 2002.

A.A.2002-2003 docente a contratto di Etnoscienza ,Università Ca’ Foscari di Venezia (Corso di Laurea Specialistica ACEL sul tema Etnotassonomie :ittionimi e ornitonimi delle Valli del Mincio)
A.A.2003 - 2004 docente a contratto di Storia delle Tradizioni Popolari 2 presso la stessa Università (Corso di Laurea Specialistica ACEL sul tema I rapporti tra fiaba popolare e mito).

A.A. 2004-2005 docente a contratto di Etnoscienza, Università Ca’ Foscari di Venezia, presso Corso di Laurea Specialistica in Antropologia Culturale, Etnologia, Etnolinguistica (corso sul tema colori non vedenti “I colori del buio”).

A.A. 2006-2007 docente a contratto di Etnoscienza, Università Ca’ Foscari di Venezia, presso Corso di Laurea Specialistica in Antropologia Culturale, Etnologia, Etnolinguistica (corso sul tema “Le affezioni dell’anima. Denominazioni dotte e popolari delle malattie mentali”)

Ha pubblicato numerosi saggi su riviste specialistiche nazionali e internazionali, partecipato e organizzato Convegni e Seminari, in Italia e all’Estero. Ha curato volumi e scritto per volumi curati da colleghi.


In preparazione: volume di Etnoscienza con saggio sulla percezione sinestetica dei colori nei non vedenti. e sulla ricerca svolta nell’ambito del corso “I colori del buio”.


Il 20 ottobre 2009 a Bellaria Igea Marina, ha ritirato la Menzione Speciale della Giuria del premio “Alberto Manzi” per la Comunicazione Educativa, conferito all’opera 11.www.odorisuonicolori.it



PUBBLICAZIONI ATTINENTI AI SETTORI DI RICERCA MENZIONATI.

2009, Lidia Beduschi, “11” www:odorisuonicolori:it , Negretto, Mantova

2008, Giancorrado Barozzi e Lidia Beduschi, Cartiera Burgo. Storie di operai, tecnici e imprenditori nella Mantova del Novecento, Negretto ed., Castel d’Ario (Mantova).

2007, Lidia Beduschi, “L’occhio vuole la sua parte. Un codice dei colori per i non vedenti”, in Ulisse Biblioteca, 27 dicembre 2007

1999, Lidia Beduschi, Storie del Po, Editoriale Sometti, Mantova, 1999

1997, Lidia Beduschi (a cura di, con G.Moretti, G.Baronti, A.Batinti, G.De Veris, E.Gambini), Il lago…uno spazio domestico. Studi in memoria di Alessandro Alimenti, “Quaderni del Museo della pesca del Lago Trasimeno – 3”, Perugia, 1997

1991, Lidia Beduschi, “Il fondo ‘maniaci’ dell’Archivio di Stato di Mantova: ipotesi di lettura, in
Psichiatria, Magia, Medicina Popolare. Atti del Convegno. Ferentino 14-15-16 Novembre 1991. Sezione Etno-Psichiatrica a cura di Ferdinando De Marco, Edizioni Spazi della Mente, s. l., 1991

1990, Lidia Beduschi, “L’inchiesta ALLI sul Lago Superiore di Mantova. E’ possibile individuare una subcultura dei pescatori?”, in Per un Atlante Linguistico del Laghi Italiani, a cura di Giovanni Moretti, Università degli Studi di Perugia, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1990

1988, Lidia Beduschi, “Le forme dell’esordio nella fiaba”, in Il linguaggio degli inizi. Letteratura cinema folklore. Saggi di Beduschi, Benfatti, Caprettini, Coletti, De Berti, La Matina, Lintvelt, Rosianu, Tornitore, a cura di G.P.Caprettini e R.Eugeni, Il Segnalibro, Torino, 1988

1986, Lidia Beduschi, Fiabe lombarde, scelte da Lidia Beduschi e tradotte da Maurizio Cucchi, Mondatori, Milano, 1986

1986, Lidia Beduschi, “Les textes narratifs de tradition orale en Italie. Réalisations, projets, problèmes depuis 1961 ‘’, in Le Conte de Tradition Orale dans le Bassin Méditerranéen. Actes des Rencontres de Carcassonne. Réunis par Jean –Pierre Piniès, Garae/Hesiode, Carcassonne, 1986

1983, Lidia Beduschi, Leggende e racconti popolari della Lombardia, Newton Compton Editori, Roma, 1983

1982, Lidia Beduschi, Mondo Popolare in Lombardia, 12, Mantova e il suo territorio, a cura di Giancorrado Barozzi, Lidia Beduschi e Maurizio Bertolotti, Regione Lombardia, Milano, 1982

1979, Lidia Beduschi, “Mito e classi subalterne.Riflessioni preliminari allo studio storico della fiaba popolare”, in Strumenti Critici. Rivista quadrimestrale di cultura e critica letteraria, 39-40, Ottobre 1979, Einaudi, Torino, 1979

1976, Lidia Beduschi, “Note sulla lingua” e “Nota sulla grafia e la pronuncia”, in QDR 21. Ventisette fiabe raccolte nel mantovano, a cura di Giancorrado Barozzi, Regione Lombardia, Milano, 1976

Nell’anno 2010 ha ottenuto in collaborazione con una ditta specializzata in realizzazioni ICT un brevetto italiano per dispositivo accessibilità colori non vedenti.

Mantova, 2 agosto 2011 ( Lidia Beduschi )













1 commento:

  1. Grazie per questo tuo articolo, amica Lidia. Sei sempre così illuminante e chiara, nelle tue riflessioni. Credo che questo documento sia di estrema attualità; metti in evidenza molte tematiche, riguardanti per lo più la qualità stessa della (offerta) politica e la tenuta del sistema democratico, che sappia reggersi attraverso una partecipazione attiva alla vita civile/civica di tutti quanti noi. Brava. Hai la mia stima. Ti saluto, esprimendoti la mia continua voglia di interrogarmi su questi aspetti, a cui tengo molto. Continuiamo a riflettere e a far riflettere! Con affetto, il tuo amico Manuel

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