ISTRUZIONI PER L'USO

IL TALLONE D'ACHILLE è pensato per scrivere libri, direttamente su questo blog. Qui comincia l'Eredità di Michele, l'ultimo scritto. Il precedente è stato interrotto, si vede che doveva maturare. Qui trovate IL primo LIBRO, col suo indice ed i post che lo compongono.
I "libri" raccolgono commenti, critiche e suggerimenti di chiunque voglia partecipare con spirito costruttivo. Continuano un percorso iniziato con le Note scritte su Facebook , i cui contenuti sono ora maturati ed elaborati in una visione d'insieme, arricchiti da molti anni di esperienze diverse e confronti con persone diverse.

I Post seguono quindi un percorso logico che è bene conoscere, se si vuole ripercorrere il "discorso" complessivo. Naturalmente è possibile leggere singoli argomenti ai quali si è interessati. Argomenti spot - che spesso possono nascere dall'esigenza di commentare una notizia - saranno trattati in pagine dedicate.

Buona partecipazione!


LEADER E MAESTRI

Sono la stessa cosa?

Quanto ne abbiamo bisogno?

Ho le idee confuse, lo ammetto. Provo a schiarirmele, scrivendoci su.

Leader è quello che guida ma, ancora prima, quello che tutti guardano; e anche quello che tutti seguono. I motivi per cui ti guardo e ti seguo possono essere estremamente diversi; provo ad elencarne alcuni :
- mi piaci
- mi dai fiducia
- il leader ha un cuore forte
- sento che puoi risolvere i miei problemi
- condivido istintivamente le tue idee e le tue proposte
- comunque, ti seguo (anche io): molti ti seguono e questo mi rafforza nella convinzione di essere nel giusto.


E un Maestro cos'è?  

Posso dire (tutto) quanto sopra, anche se con qualche sfumatura. Poi però devo aggiungere qualcosa di veramente importante, e distintivo, che rende un Maestro molto diverso da un Leader. Lui, il Maestro, desidera e allo stesso tempo pretende che io mi sforzi di capire, di entrare in profondità nel pensiero, e che lo faccia, quel pensiero, interamente mio. Eventualmente, anche modificandolo, facendolo crescere ed evolvere. Un vero maestro impara dai suoi allievi, e ne è felice. 
Un Maestro è sempre coerente. Non gli passa proprio per la testa l'idea di pensare una cosa A, dirti una cosa diversa, B, e invitarti a fare C, che è una cosa in contrasto con quello che pensa (A) e quello che dice (B).  Se pensa A, ti dice A, e ti invita a fare A. Che bello è? lo capisce anche un bambino, un maestro vero. Che una certa logica ce l'abbiamo nel dna.
Non solo: è desiderio comune (maestro e allievo) che le cose apprese vengano vissute, mese in pratica, attuate. 
C'è un dono reciproco che rende felici entrambi, e fa crescere la comunità perché l'energia positiva si espande ed è contagiosa. Il Maestro ha un cuore grande, e ci scopri l'anima del mondo.


Passo indietro: anche un Leader desidera sinceramente (e potentemente) che io dia seguito all'azione suggerita. Assolutamente. Ma, mi domando, vuole con altrettanta convinzione che io capisca il suo pensiero e tanto in profondità da comprendere e condividere il legame fra pensiero ed azione? Desidera che io mi renda perfettamente conto delle conseguenze della mia (della nostra) azione? La risposta, onesta, è No!  L'esperienza ci insegna che i leader desiderano essere "seguiti", molto più che capiti. Anzi, diciamo che ce ne sono molti, nella storia (e, purtroppo, nel presente), che sperano con tutte le loro forze di non essere realmente compresi. Operano, più o meno consapevolmente, al fine di non rendere veramente chiaro il fine che nella mente del leader è chiaro (almeno si spera), mentre nella mente dei seguaci è oscuro.

Fiducia, è l'attributo giusto per questo rapporto. Fiducia, possibilmente cieca.

C'è leader e leader, naturalmente. Quello in buona fede, che è profondamente convinto che il suo obiettivo renda comunque felici anche me e te, i "seguaci" (coloro che seguono). E c'è quello in mala fede, abbastanza consapevole del fatto che l'obiettivo da raggiungere (e per il quale tutti ci diamo da fare) fa sicuramente comodo a lui, non necessariamente anche a me e a te. 
La versione più comune, poi, è quello che sceglie di non porsi il problema. Dà per scontato che il suo interesse coincida per definizione con quello di tutto il mondo. Siamo infatti meravigliosamente abili a raccontare balle a noi stessi, a negare abilmente l'evidenza (quanto più è fastidiosa). All'occorrenza, ci spuntano delle ottime ventose che ci consentono di arrampicarci con disinvoltura sugli specchi più lucidi 😇 

Poi ci scappano, ogni tanto, dei Leader con attributi da maestro. Sono più consapevoli e desiderano realmente che io e te capiamo dove stiamo andando, insieme a lui. Almeno, si pongono il problema. Anche se la loro priorità è, e resta: essere seguiti. Anche se non capisci. Ti dicono: per ora.. poi capirai! 

Abbiamo bisogno di leader? 

Beh.. dopo quanto appena detto, il primo impulso è potente: ma va .. a tutti i leader del mondo!

Poi, però, una riflessione, importante. Viviamo in un'epoca buia, più del medioevo. Nel medio evo la plebe (cioè tutti tranne pochissimi) era consapevole di essere ignorante, capiva perfettamente chi e come la stesse sfruttando e soggiogando; quindi, si ingegnava a vivere nel migliore dei modi possibili, dato il contesto. Problema difficile, ma risolvibile. Quella che noi siamo abituati a considerare una profonda "oscurità" della storia, era invece una realtà assai chiara e luminosa agli occhi di tutti. magari non sempre gradevole, ma chiara! Ci prendi le misure, con le cose chiare.

Oggi, al contrario, ci sentiamo istruiti (abbiamo quanto meno un diploma, probabilmente una laurea); informati (ci bombardano dalla mattina alla sera di notizie su tutto (?) quanto avviene nel mondo); liberi (commentiamo e ci esprimiamo liberamente in diretta sui social network e ci muoviamo come ci pare). Ma, allo stesso tempo, ci sentiamo sconsolatamente infelici e privi di riferimenti reali. E infinitamente confusi: sulle leggi che non le capisce neppure un laureato in giurisprudenza (testimonio di persona) e comunque a naso lo capisce chiunque che non c'entrano proprio nulla con quanto scritto nella legge delle leggi, la Costituzione; sull'economia e la finanza, che se ci metti il naso ti sembra di perderti nel castello di Kafka o in un libro di Kant scritto in cinese; in psicologia, dove ci raccontano nelle università che siamo nati cattivi e dobbiamo  adattarci ad essere "socializzati" (che oggi vuol dire essere competitivi); in fisica e in matematica, dove perfino le scienze esatte hanno perso i loro riferimenti sicuri e si perdono nell'infinitamente piccolo e nell'infinitamente grande, proprio quando il dio del medio evo (per quanto severo era un riferimento certo e incombente) lo abbiamo messo in soffitta e non lo abbiamo ancora sostituito. Grazie che ci sentiamo disorientati:  persi nelle nebbie della "conoscenza moderna" (se ti va di confrontarti col concetto di modernità, segui questo link). 
Ti rendi conto che quando ero ragazzo se ti si fermava la macchina scendevi, aprivi il cofano, smanettavi e imprecavi un po' e quella ripartiva? Prova oggi, va!

Quello che ci sta risultando un pochino più chiaro, mano a mano che alziamo il naso dall'erba che bruchiamo, per iniziare a guardarci intorno con diversa curiosità, è che ci hanno raccontato un mare di balle. In tutti i campi. Come chiaro è che a trarne grossi benefici, pagati da tutti noi, sono bene o male pochi soggetti facilmente individuabili, giusto seguendo il filo che lega grandi banche, grandi aziende, istituzioni politiche;  tutte, rigorosamente sopra nazionali. 

Ma i meccanismi e le modalità ci sfuggono. Sono infatti complicati, si direbbe  studiati per non essere capiti, per trarre in inganno. Al di là della volontà, dato oggettivo: non sono comprensibili e traggono in inganno anche i laureati.     

In questo contesto, di estrema confusione e incertezza, è più che comprensibile che tutti desiderino ardentemente un Leader che ci porti fuori dal guado. Si potrebbe dire: fa al caso nostro. Uno, naturalmente, con le idee chiare. Il che, oggi è però un grosso problema: chiare su quale fronte? Da quale punto di vista? Specialista in quale materia? Mica facile trovare uno che abbia idee chiare  in politica, diritto, economia e psicologia sociale. E che, per di più, sia anche uno onesto e in buona fede (che lo abbiamo visto che non sempre succede). Non solo: deve essere anche incapace di mentire a se stesso. Bene, ora sappiamo che di persone così, in giro, ce n'è pochine. E, di certo, non fra quelle che appaiono in TV, ad invadere inopportunamente le nostre case. 

Accettare soluzioni di ripiego, però, che si avvicinano un tantino ai desiderata ma non a sufficienza, è di un rischio mostruoso. Tu porta una massa incazzata a seguirti fiduciosa a fare cose forti ma poco chiare, ed il risultato è assicurato: violenza, dolore e, al 100 per cento, alla fine dei giochi stai peggio di prima. L'unica cosa che succede è che qualcuno di quelli che stavano bene vanno sotto e qualcuno di quelli che stavano male vanno sopra. Ma le masse, il popolo, la plebe (cioè tutti tranne pochissimi) tendono ad ottenere qualche contentino momentaneo in cambio del sangue versato, per perderlo poco dopo. La storia, impietosamente, lo insegna senza equivoci o eccezioni. 

Allora: in campana!

Cerchiamo piuttosto un Maestro, e vediamo se va meglio.

Se la priorità di un leader è quella di farsi seguire, quale è quella di un Maestro? 

Che parola meravigliosa, Maestro. L'avevo sempre associata al maestro dell'elementari, come è ovvio che facciano tutti i bambini, fino a quando, nella vita, non ti incontri con un'altra prospettiva. A me è successo per la prima volta un giorno lontano, con un episodio che ti suonerà strano. Dovevo andare a pescare con mio padre e cercavamo l'esca. Al mercato, a Formia, che è proprio sul mare in un punto, ci sono le barche dei pescatori, proprio sotto le bancarelle (oggi box) dove si vende il pesce. Li trovi sulla barca che rammendano le reti, i pescatori, con facilità. Vestiti malino e magari un po' sporchi, può capitare. Li rispetti (e, magari, li invidi pure, se ami la pesca, come facevo io), ma non è che istintivamente e naturalmente ti viene da attribuirgli un grande valore sociale. Ecco, mio Padre (che nella mia testa è un gigante, ed a Formia era conosciuto e rispettato da tutti) si avvicina e gli chiede, con una umiltà e deferenza che mi ha sorpreso: "Maestro, avete Voi forse dei diavoletti da venderci, che desideriamo pescare?" E nella mia testa quel vecchio pescatore, con vestiti un po' trasandati, si trasforma improvvisamente in Nettuno, che si scomoda di persona e ti insegna a pescare!

La priorità di un Maestro è: condividere la conoscenza. Con semplicità. 

Lui mi insegna, desidera ardentemente che io capisca in profondità. Se potesse, trasferirebbe dei file dal suo cervello al mio, senza riserve (un giorno, impareremo a farlo).  Quindi mi osserva e mi ascolta. Capisce, da infiniti sottili segnali, se non ho capito perfettamente, se ho ancora dei dubbi. Nello sforzo sincero di trovare modi efficaci per trasferire la conoscenza, si schiarisce lui stesso le idee. Per rispondere alle mie domande fa nuove scoperte. Lui sa infinite cose più di me, ma deve ancora imparare. Tutti, dobbiamo imparare, per quanto ampia ed elevata sia la nostra conoscenza. Cerca la verità, la giustizia e l'amore, senza riserve. In ogni campo del sapere si orienta, perché li osserva con il medesimo interesse e la medesima umiltà. Vicino alla Terra, nell'humus, la verità è semplice, per chi la desideri veramente osservare, e condividere. Nei vari campi del sapere, va al cuore dei problemi, e individua soluzioni adeguate. Sempre coerenti con le premesse e con i collegamenti su altri piani. Ciò che dice, risuona dentro di me. E le emozioni che ne scaturiscono sono gioiose e danno pace. 

Un vero maestro siede sui banchi di scuola. Un leader, non lo farebbe mai.
Un Maestro ha i discepoli (coloro che imparano a discernere), un leader ha i seguaci (coloro che seguono).
Confrontando con la definizione del leader: la frase, che sembra simile a quella del maestro (ciò che dice risuona dentro di me), dove, per il leader, si afferma: "condivido istintivamente le tue idee e le tue proposte". Sono simili, ma anche profondamente diverse. Nelle emozioni che suscitano, innanzi tutto: pace, nel primo caso, eccitazione, anche rabbia, nel secondo, mai associate a "pace". "Istintivamente", infatti, può voler dire: non riscontrabile dalla ragione. "Risuona", diversamente, viene prima della ragione ma mai la contraddice. E dà pace!

Un Maestro è anche facilmente un leader (se disponibile ... ma questo è un altro aspetto sul quale ora non possiamo perderci). Un leader, molto raramente è anche un maestro. 


Di cosa abbiamo bisogno oggi, per tornare alla domanda iniziale? Di essere guidati o di essere istruiti? Di inseguire un obiettivo o di accendere la luce, per discernere attentamente e vedere magari se, per caso, nel tentativo di  raggiungere la meta indicata abbiamo davvero intrapreso la direzione giusta, o non rischiamo piuttosto, seguendo alla cieca un mito, di finire nella palude? 

Ok. Diciamo per concludere che un Maestro è infinitamente preferibile ad un leader, al giorno d'oggi. Soprattutto perché abbiamo oggettivamente una infinità di cose da imparare per uscire dalla nebbia della confusione che ci avvolge, sui diversi piani: individuale e sociale. E di paludi in vista, ce n'è più di una.

Ma anche incontrare Maestri veri, è difficilino, o no? Perché, se rileggiamo attentamente le cose scritte per individuare un vero Maestro, ci accorgiamo non solo che si tratta di qualità dell'animo obiettivamente difficili da trovare in qualsiasi epoca in un solo essere umano. Ma sono esattamente quelle che oggi vengono letteralmente boicottate dalla nostra società, tutta incentrata sulla competizione per accaparrarsi beni materiali, altro che sul dono reciproco. 

Il migliore fra noi, è cresciuto in un brodo sociale marcio. E ne è stato bene o male contaminato. Le eccezioni ci sono sempre, più o meno aderenti al modello perfetto, ma non abbiamo lanternini a sufficienza per andare a scovarli. Di certo non ne trovi in TV, al giorno d'oggi. (E sarebbe da solo un buon motivo per spegnerla, così com'è!).

Ci arrendiamo, allora? Giammai! 

Anzi, guarda, mentre ci diamo da fare per riconoscerli, e per farli conoscere ad amici e conoscenti, i veri maestri e i leader in buona fede (che poi alla fine servono anche quelli, per catalizzare le energie positive, finalmente liberate grazie alla conoscenza e alla consapevolezza), proviamo con convinzione a fare, tutti insieme, anche un'altra cosa: sforzarci di diventare tutti maestri. E, allora, anche leader. Soprattutto: leader di noi stessi.

Quale modo migliore, per crescere, che circondarsi di amici sinceri e leali, di quelli che non si fanno scrupolo di farti notare che hai proprio sbagliato, quando hai sbagliato (che capita a tutti, di sbagliare) ma ti vogliono bene lo stesso, e lo fanno con amore sincero? Assieme ai quali, seguendo il maestro di turno e un percorso almeno un pochino guidato di crescita verso la consapevolezza, ci sforziamo di diventare migliori di lui, del Maestro, seguendo il divino che è dentro di noi?

Perché se lo capisci, che un pescatore vestito malino può essere un Maestro, e meritarsi il rispetto e la deferenza di mio Padre, tutti, davvero, possiamo e dobbiamo diventarlo. Sforzarci di esserlo, da ora. Con le nostre forze ed i nostri difetti. Dandoci una mano l'un l'altro.

Una società che non ha bisogno di leader, è quella dove nel popolo cresce e si diffonde la voglia di diventare e incontrare Maestri. In tanti. Tutti. Allora li incontreremo davvero, tutti i giorni, per strada, e li saluteremo, magari, dandogli del Voi. Per rispetto della scintilla divina che è in ognuno di noi. 




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